Acqua potabile, i rincari a Salorno solo di 3 euro al mese

Il sindaco al M5S: «Nuove regole imposte dalla Provincia» Calo drastico per le acque reflue (-15%), stabili i rifiuti


di Massimiliano Bona


SALORNO. Il sindaco di Salorno Roland Lazzeri è una persona pratica, per natura, e non sopporta (giustamente) le strumentalizzazioni. L’ultima è quella del consigliere comunale di M5S Rizzone che ha gridato allo scandalo per l’aumento della tariffa per l’acqua potabile a partire dal gennaio 2019. L’aumento (3 euro al mese a famiglia) ci sarà, ma è dovuto alla necessità di adeguarsi alle nuove regole imposte dalla Provincia, che obbligano i Comuni a tenere conto anche dei mutui accesi per le opere legate all’acqua, come l’acquedotto comunale ad esempio. In compenso la giunta ha ridotto le tariffe per le acque reflue e lasciato stabili quelle per i rifiuti. «A Rizzone ho spiegato tutto in consiglio ma ha voluto comunque cavalcare l’onda e cercare di screditare l’amministrazione».

«Per l'acqua potabile la Provincia ha definito per tutti i Comuni come calcolare la tariffa, mentre finora ogni Comune faceva ciò che meglio credeva. Questa nuova regolamentazione doveva partire con l’anno 2017. I sindaci, attraverso il Consorzio dei Comuni, sono riusciti a differire l'applicazione prima al 2018 e poi al 2019. Questa nuova normativa obbliga i Comuni ad incassare con la tariffa anche i soldi necessari per futuri interventi sull'acquedotto. Finora queste spese venivano finanziate con mutui che solo in parte incidevano sulla tariffa perché sostenuti da contributi provinciale per l'ammortamento dei mutui. Ora con lo scopo di ridurre il debito pubblico la Provincia ha cambiato orientamento e non sostiene più l'assunzione di mutui. E quindi i soldi per gli investimenti futuri devono essere incassati con la tariffa e racimolati attraverso un fondo per investimenti futuri, i cosiddetti ammortamenti. Se il costo complessivo per la gestione dell'acquedotto ammonta a 185mila euro dover aggiungere l’ammortamento aumenta l'importo di circa 110mila euro. L'aumento massimo del 4,5% della tariffa (citato da M5S ndr) di anno in anno è un limite previsto dalla norma provinciale che riguarda aumenti futuri dopo l’introduzione di questa nuova regolamentazione». Rizzone, pertanto, sembra aver preso un granchio. «Complessivamente l’aumento in ottemperanza alla nuova normativa provinciale comporta per una famiglia di 4 persone con un consumo medio annuo di 250 metri cubi un aumento calcolando tutte le tariffe di 40 euro, che corrisponde ad un aumento di 3 euro al mese. Confrontandoci anche con altri Comuni dell’Alto Adige, e partendo dal presupposto che in quasi tutti i Comuni ci saranno aumenti in parte anche consistenti, mi sembra eccessivo parlare di “una stangata” nel nostro Comune. I consiglieri sono stati informati in maniera dettagliata e la riduzione della tariffa sulle acque reflue è dovuta al continuo impegno dell'Amministrazione provinciale e del Comune nel ripartire i costi in modo più equo. L’aumento proposto è il prezzo da pagare per avere anche in futuro un acquedotto efficiente e funzionante. Una volta estinti i mutui, le tariffe di anno in anno possono nuovamente cambiare, e nel nostro caso essere ridotte».













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