Alunni schedati all’asilo, il no dei sindaci tedeschi 

Pichler (Ora): «In Bassa ci sono decine di coppie miste: è un’inutile forzatura» Lazzeri (Salorno): «Giusto fare la prima scelta a 6 anni, con l’iscrizione a scuola»


di Massimiliano Bona


ORA/SALORNO. La mozione approvata dal Consiglio provinciale – che prevede la «schedatura» dei bambini fin dall’asilo con tanto di dichiarazione del gruppo linguistico di appartenenza – fa discutere soprattutto in Bassa Atesina dove ci sono centinaia di coppie miste. Lui italiano e lei sudtirolese o viceversa. Un eventuale obbligo di dire se i piccoli sono «italiani» o «tedeschi» già a 2 anni sarebbe motivo di disagio (ma anche di liti in famiglia) per molte giovani famiglie. Per non parlare, poi, dell’imbarazzo di centinaia di stranieri. Anche i sindaci della Bassa Atesina fanno capire a chiare lettere come certe scelte della politica provinciale siano quantomai lontane dalle esigenze del territorio. «Mi sembra una scelta quantomai azzardata - spiega il sindaco di Ora Roland Pichler - destinata a causare solo problemi pratici ma anche discussioni del tutto premature fra padri e madri. La proporzionale tutela entrambi i gruppi linguistici ma l’idea delle gabbie etniche non mi piace affatto».

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Salorno Roland Lazzeri: «In Bassa Atesina le coppie miste sono tantissime. I genitori, quando iscrivono il figlio all’asilo, dovrebbero valutare in quale lingua ha le basi migliori. Premesso questo la dichiarazione etnica prima dell’iscrizione mi sembra fuori luogo. Per avere un futuro in ambito lavorativo ogni ragazzino deve impararne almeno tre di lingue. La mozione approvata in consiglio provinciale mi sembra lontana anni luce dalle esigenze pratiche delle famiglie. Padri e madri fanno già la loro prima scelta importante all’atto dell’iscrizione alle elementari e dovrebbe restare così».

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