La storia

Auto da turismo: il titolo iridato va al superteam di Andriano 

Con il secondo posto ottenuto al Mugello la squadra guidata dai fratelli Gummerer ha coronato un sogno: «Nostro padre Walter era un buon pilota e ci ha trasmesso la passione per i motori. Abbiamo iniziato a correre, adesso facciamo i manager»


Jimmy Milanese


ANDRIANO. Da Andriano ai circuiti automobilistici più prestigiosi al mondo. Per il Team Target Competition di Andriano, un'altra prestigiosa vittoria, questa volta nel campionato Tcr per le vetture turismo. Infatti, con il secondo posto della scorsa settimana al Mugello, il pilota finlandese Antii Buri che da un anno corre per la scuderia di Andriano al fotofinish si è aggiudicato il titolo Tcr 2021.

Dopo la giornata conclusiva e vittoriosa al Mugello, infatti, in classifica generale un solo punto separa Buri dal rivale Kevin Ceccon del team bergamasco Aggressive Team. Quanto basta per portare ad Andriano il titolo 2021 e far gioire la scuderia della famiglia Gummerer che da quando ha iniziato a fare sul serio, non ha mai smesso di vincere. A spiegare il miracolo altoatesino delle quattro ruote di serie modificate per le competizioni su circuito è Andreas Gummerer che con il fratello Markus Gummerer ha ereditato dal padre Walter Gummerer la passione per i motori.

Andreas Gummerer, la sua famiglia sembra avere nel Dna questa passione per i motori. Da dove inizia la storia del Team Target Competition?

Dal fatto che mio padre Walter fosse un buon pilota. Lui ci ha trasferito la sua passione per i motori ed anche io e mio fratello abbiamo iniziato a correre. Anche se prima, almeno fino al 2004, lavoravamo in una concessionaria di vetture stradali. Ecco, mi viene da dire che la nostra vita gira da sempre attorno alle quattro ruote, in un modo o nell'altro.

Quindi, la vostra avventura inizia nel 2004?

In un certo senso si, come team siamo nati nel 2004, però è solo dal 2013 che questo è diventato il nostro lavoro principale. Mio fratello Markus ed io avevamo già fatto gare nelle categorie più basse, i risultati erano discreti ma non eccelsi, poi ci siamo accorti che il nostro team piaceva anche ad altri piloti. Abbiamo iniziato a ricevere prima richieste per gestire le nostre macchine, altri ci hanno chiesto di noleggiare addirittura il team per poi effettuare delle gare. Ad un certo punto, è scattata la molla e abbiamo creato il nostro team con piloti professionisti, mi lasci dirlo, per fortuna più capaci di me e mio fratello.

Che però siete diventati degli ottimi team manager, giusto?

So che abbiamo preferito creare un nostro team, quindi, è nata l'idea di creare una officina ad Andriano al fine di preparare le macchine migliori. Poi, i risultati, che saranno gli altri a dover giudicare.

Secondo lei, i risultati più prestigiosi del vostro team pluri-vittorioso sono?

Ne cito alcuni. Nel 2013 abbiamo conquistato il nostro primo successo con il pilota Stefano Comini, ma ogni anno si cresceva di categoria e nel 2015 alla prima partecipazione abbiamo vinto il Mondiale TCR internazionale. Da quel momento, abbiamo ricevuto richieste da parte di case madri per impegni ufficiali. Ovvero, loro ci avrebbero aiutato economicamente per portare nel team i piloti più bravi. Quindi, abbiamo vinto il TCR Germania due volte, il TCR Europa nel 2019 e l'anno scorso siamo diventati vice campioni europei, sempre nella categoria TCR. Infine, quest'anno il campionato italiano TCR, sia piloti sia costruttori.

Significa dire che dalla vostra fondazione nel 2013, ogni anno avete vinto almeno un titolo?

Esattamente. Grazie al contributo fondamentale di fantastici tecnici e ingegneri che collaborano con noi. Un team di cinque meccanici fissi che si moltiplicano in pista, anche se questo dipende molto dal campionato. In certe occasioni, fino a una ventina di persone girano attorno al team.

E un pilota finlandese, Antii Buri, tra i top di categoria che sicuramente deve avervi aiutato a vincere. Come è arrivato al vostro team l'anno scorso?

Antii aveva vinto il Campionato tedesco TCR 2020 e a inizio stagione gli abbiamo chiesto se avesse voluto venire a correre con noi. Con l'aiuto di Hyundai e degli sponsor abbiamo messo assieme questo progetto che alla fine si è rivelato essere molto competitivo. Nel TCR italiano abbiamo schierato sempre due fino a tre piloti. Oltre a Buri, anche Nicola Baldan è stato in lotta per il titolo fino alla penultima gara, quando ha fatto un incidente. Alla fine, si è classificato quarto nella generale e anche grazie a lui abbiamo vinto il titolo costruttori. Senza quell'incidente, forse parleremmo di una storia diversa.

Costruire una macchina da gara partendo da una vettura di serie, significa?

Essere il più precisi possibile, soprattutto nell'assetto, perché se la macchina non fa quello che il pilota chiede, allora va a finire male. Significa anche fare tanti test e mille calcoli. Dalla temperatura della pista fino ai test su motori e carrozzeria, ma la difficoltà è anche nel fatto che si corre su piste lontane. Basti pensare che quella più vicina alla nostra sede è a Cremona o nella Franciacorta. Quando facciamo il campionato europeo, percorriamo migliaia di chilometri. Potrei continuare, ad esempio spiegando quanto sia importante oggi capire come si comporteranno le gomme in quello o quell'altro circuito.

Sarebbe immaginabile per l'Alto Adige ipotizzare la costruzione di un autodromo?

Sarebbe bello ma non penso sarebbe possibile costruire un autodromo vero. Il Safety Park per noi è troppo piccolo, per un autodromo ci vuole un'area molto più grande. Devo dire però che per noi stessi non è fondamentale avere un circuito in casa.

Prossimi impegni?

Siamo in fase di programmazione, perché vogliamo ripetere l'esperienza del Campionato italiano. In Italia ci sono gare belle, la griglia è composta dalle 20 alle 27 macchine, anche se stiamo valutando se partecipare o meno all'Europeo o al Mondiale.













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