il caso

Bronzolo, deleghe revocate al ristoratore «No Green Pass» 

Il consigliere Daves aveva le competenze su commercio e giovani ma aveva detto no ai controlli nel suo locale La sindaca: «Ci siamo parlati ma non ha fatto marcia indietro. Chi fa politica deve rispettare le regole a maggior ragione»


Massimiliano Bona


BRONZOLO. Giorgia Mongillo ha deciso, dopo un confronto a quattr’occhi, di ritirare le deleghe ai giovani e al commercio al ristoratore «No Green Pass» Irvin Daves che nei giorni scorsi aveva pubblicato un post su Facebook nel quale sosteneva che avrebbe accolto tutti «vaccinati o meno».

La revoca: «Chi fa politica deve dare il buon esempio e rispettare le regole».

La sindaca, prima di decidere, ha voluto incontrare il titolare del ristorante trattoria Veneri, uno dei locali più gettonati del paese. E ha capito che il ristoratore non era intenzionato a fare marcia indietro. Di qui la decisione, comunicata ai colleghi di giunta, di ritirargli le deleghe. «Chi fa politica e ha incarichi istituzionali deve rispettare, a maggior ragione, la legge. Senza se e senza ma. Daves non rappresenta solo sé stesso ma anche gli altri ristoratori e commercianti del paese, che invece si attengono correttamente a ciò che prescrive la legge. Dobbiamo dare il buon esempio anche ai nostri giovani».

Daves ha abbozzato una difesa d’ufficio. «Mi ha detto di aver espresso il suo pensiero da imprenditore e non da politico. Ma la legge va rispettata sempre. Posso capire le difficoltà legate al post Covid ma ciò non rappresenta un alibi sufficiente per ignorare ordinanze precise, il cui obiettivo di fondo è quello di tutelare la salute pubblica».

Le deleghe per il momento tornano alla sindaca.

Giorgio Mongillo si terrà sicuramente la delega al commercio, visto che già si occupa di licenze, mentre per i giovani la sindaca sta valutando se darla a un altro consigliere di maggioranza. «Mi prendo il tempo necessario per prendere una decisione definitiva».

Il post contestato di Daves.

Il ristoratore bronzolotto di centrodestra aveva espresso la sua opinione in modo chiaro e netto in rete, suscitando un ampio dibattito anche in paese.

«Non sappiamo quanto possa valere, ma noi della Trattoria Veneri, non siamo disposti a discriminare i nostri clienti. Per noi siete tutti uguali, ci avete sostenuto durante i lookdown e durante le limitazioni. Che siate vaccinati o no, siete voi a scegliere, da noi sarete sempre i benvenuti!».

Poi, intervistato dall’Alto Adige si era spinto oltre.«Ritengo che non spetti a me fare questi controlli per ogni cliente che arriva. Non li farò perché locali come il mio non possono permettersi perdite di tempo e non hanno nemmeno un dipendente da destinare alle verifiche. Mi chiedo che logica vi sia nell’imporre questa procedura, visto che fino all’altro giorno non c’erano problemi per entrare. Noi siamo quelli che hanno pagato lo scotto maggiore per i lockdown e le misure che abbiamo dovuto adottare per ricominciare a lavorare. Adesso dovrei mettermi a controllare se ogni cliente che entra ha il green pass o meno? È assurdo. Faccio l’esempio di quattro operai che arrivano con un furgone: due hanno il Green Pass, e due no: cosa faccio? E se fuori piove, li mando via? Capite che è assurdo? Se arriveranno le sanzioni le contesterò».

 













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