AGRICOLTURA 

Colture in salvo, sono ormai passati i «santi del ghiaccio»

EGNA. Come è ormai tradizione, “die kalte Sophie”, Sofia la gelida, se n’è andata lasciando il segno. La santa, che in calendario cade il 15 maggio, è considerata dal mondo agricolo dell’Europa...



EGNA. Come è ormai tradizione, “die kalte Sophie”, Sofia la gelida, se n’è andata lasciando il segno. La santa, che in calendario cade il 15 maggio, è considerata dal mondo agricolo dell’Europa centro-settentrionale, la quarta santa del ghiaccio, dopo i santi Pancrazio, Servazio e Bonifacio posti in calendario, rispettivamente il 12, il 13 e il 14 maggio. Superati quindi questi santi, sono scongiurati i pericoli delle tanto famigerate gelate notturne primaverili, i cosiddetti ritorni di freddo, considerati, con la grandine, uno dei maggiori pericoli per le colture, principalmente, qui in Alto Adige, mele, uva, pere, albicocche.

Santa Sofia quindi se n’è andata ma ha voluto farsi sentire con un sensibile abbassamento delle temperature anche nel fondovalle e pioggia abbondante. Danni all’agricoltura, per fortuna, non si sono verificati. E d’ora in poi non si registreranno più nelle vallate altoatesine sbalzi violenti di temperatura; insomma, l’estate è da considerare quasi dietro l’angolo. Questo non vuol dire che il raccolto, prevalentemente delle mele e dell’uva, sia salvo. Mancano tre mesi allo stacco delle mele e alla vendemmia e i pericoli, sotto forma soprattutto delle grandinate, sono sempre in agguato. Anzi, chicchi di ghiaccio sono già caduti provocando per fortuna solo lievi danni alle colture in alcune, limitate località della Bassa Atesina. Intanto però l’incubo dei ritorni di freddo è passato senza lasciare traccia. Ed è andata quindi bene, perché quest’anno non sono mai risuonate le sirene per avvertire i frutticoltori ad azionare gli impianti antibrina. La tradizione dei “Santi del ghiaccio” si perde nella notte dei tempi. E trova origine da antiche osservazioni dei contadini, appunto dell’Europa centro-settentrionale, ma anche da studi scientifici, visto che da sempre, attorno a metà maggio si registra un forte calo di temperature, proprio in corrispondenza della sesta settimana dall’equinozio di primavera e più precisamente nelle date dell’11, 12, 13, 14 e 15 maggio, che corrispondono proprio ai santi in questione. (b.t.)

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