Egna fa dietrofront, Pichler: «Annulliamo la delibera su Prati» 

Il sindaco ha deciso di riportare la questione in consiglio «Poi sondaggio tra i residenti per scegliere il nuovo nome»


di Massimiliano Bona


EGNA. Su piazza Prati a Laghetti il sindaco Horst Pichler - con pragmatismo e buon senso - ha deciso di fare dietrofront. Porterà in consiglio comunale una delibera con la quale chiederà di annullare il nuovo nome (piazza Chiesa) e quindi organizzerà un sondaggio tra i residenti per scegliere – assieme – la nuova denominazione. In questo modo la scelta sarà fatta dalla base e non imposta da un assessore o da due associazioni, come è avvenuto nel 2017 sollevando una discussione infinita.

Sindaco, come intende uscire da questa vicenda?

«Ho deciso di presentare un ordine del giorno che sarà discusso nel prossimo consiglio comunale per chiedere ai colleghi di annullare la delibera sulla nuova denominazione di piazza Prati e in seguito di fare un sondaggio tra i cittadini di Laghetti. Il vicesindaco Pocher, assieme al sottoscritto, ha fatto questa proposta al comitato già diversi mesi fa».

E la reazione del comitato qual è stata?

«Il comitato all’epoca non ne ha voluto sapere. Abbiamo fatto altre proposte, tra cui la scelta di un terzo nome o un sondaggio ma anche in questo caso il Comitato ha declinato l’invito. Tra le critiche rivolte alla giunta ce n’è una che fatico a comprendere: ci hanno detto che non ci sono più i politici di una volta, ma che adesso siamo solo amministratori».

Non credo lei possa essere considerato “un politico di una volta”..

«Se così fosse dovrei decidere tenendo conto soprattutto del fattore etnico. Invece, finora, sia il sottoscritto che l’amministrazione comunale nel suo complesso ha agito sempre per il bene della Comunità, dell'attività delle associazioni e delle persone che ci abitano».

Cosa l’ha spinta a trovare una soluzione alternativa al referendum?

«I tempi per organizzare il referendum sono molto stretti e se non dovessimo riuscirci entro aprile, saremmo costretti a slittare al settembre 2020. Dobbiamo nominare una commissione super partes per preparare la documentazione da inoltrare a tutte le famiglie. Però prima dovremmo lasciare il tempo necessario a favorevoli e contrari per far conoscere il loro punto di vista. Il materiale informativo, inoltre, deve arrivare a tutte le famiglie entro un determinato periodo».

Al Comitato sono state presentate proposte alternative (a Prati e a piazza Chiesa) anche di alto profilo, in grado di accontentare entrambi i gruppi linguistici. Tra esse la più significativa è sicuramente quella di Sophie Scholl, attivista tedesca del gruppo antinazista d'ispirazione cristiana della Rosa Bianca ed emblema della ribellione non violenta al Terzo Reich. Sophie è considerata un'eroina e, insieme al fratello maggiore Hans e al gruppo della Rosa Bianca, il simbolo della lotta nei confronti della dittatura nazista. In un angolo del cimitero di Monaco, a Stadelheim, riposano i due fratelli. Due croci di legno scuro, unite da un solo braccio trasversale: Hans Scholl - Sophie Scholl.













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