Il Wwf: «I pesticidi? Pericolosissimi per uomo e animali» 

Mariotti: possono causare danni oculari ma anche il cancro «Si sono estinte civette e quaglia, a rischio rondini e upupa»


di Massimiliano Bona


EGNA. Il Wwf non ci sta. Le accuse lanciate contro gli ambientalisti dal sindaco-contadino di Cortina Manfred Mayr hanno alimentato ulteriormente le polemiche tra agricoltori tradizionali e sostenitori del «bio». Il bolzanino Luigi Mariotti replica punto su punto ai dubbi e agli interrogativi sollevati sottolineando la scomparsa di numerose specie animali a causa delle monocolture e dell’agricoltura intensiva, la presenza record di pesticidi in rapporto alla superficie coltivata e le differenze tra «bio» e agricoltura convenzionale.

Secondo Mayr «non è stato scientificamente dimostrato che i pesticidi possano provocare gravi malattie tanto che l’attacco indiscriminato nei confronti degli agricoltori è da criminali». Cosa si sente di replicare?

«Il Trentino Alto Adige ha il triste primato di regione con la più elevata distribuzione di pesticidi in rapporto alla superficie in Italia. Dall’Annuario dei dati ambientali dell’Ispra emerge che nel 2015 i principi attivi distribuiti in regione sono stati 47,27 kg/ettaro. La media nazionale nello stesso anno è di 7,22 kg/ettaro. Le cifre mi pare parlino chiaro».

Già, ma quali sono le sostanze davvero pericolose?

«Per capire quanto queste sostanze possano essere pericolose per la salute umana e per l’ambiente, abbiamo consultato le schede di sicurezza di alcuni prodotti fitosanitari impiegati nella coltivazione integrata delle mele. Il fungicida Captano, di cui in Alto Adige sono ammessi numerosi trattamenti all’anno, è sospettato di provocare il cancro, provoca gravi lesioni oculari ed è molto tossico per gli organismi acquatici. Il fungicida Mancozeb è classificato nocivo, pericoloso per l’ambiente e con possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati. Queste sostanze, irrorate nei frutteti, per effetto della deriva finiscono in alcuni casi nelle aree circostanti frequentate dalle persone lungo le piste ciclabili, su strade di campagna, negli orti, nei parchi e nei giardini privati e pubblici».

Secondo Mayr «non c’è differenza tra una mela bio e una mela da coltivazione integrata». È una bugia?

«La differenza – sostanziale – sta nel metodo di coltivazione. Mentre l’agricoltura integrata impiega diserbanti, concimi e pesticidi chimici, l’agricoltura biologica utilizza prodotti di origine naturale, con un minore impatto sull’ambiente e sulla salute umana».

Per il sindaco-contadino di Cortina «gli ambientalisti non si accorgono che le nostre campagne sono popolate come non mai di uccelli, lungo il fiume cantano gli usignoli e nei fossati gracidano migliaia di rane...». Praticamente marciate senza sapere perché...

«La scomparsa di numerose specie animali a causa delle monocolture e dell’agricoltura intensiva è documentata da ricercatori, da associazioni impegnate nella conservazione dell’ambiente e dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Nel 1994 è stata pubblicata la Lista rossa delle specie animali minacciate in Alto Adige, che cita: ”Circa il 40 per cento delle specie animali comprese nella Lista Rossa risultano minacciate dagli effetti della cosiddetta "coltivazione intensiva" (monocolture, concimazione, prosciugamento, pesticidi). Anche l’Associazione ornitologica altoatesina indica come causa di minaccia per numerose specie di uccelli l’agricoltura intensiva, che nel fondovalle altoatesino ha portato alla scomparsa di importanti habitat come boschi di fondovalle, prati, siepi, alberi ad alto fusto che offrivano agli uccelli nutrimento e possibilità di nidificare. A questo si aggiunge l’avvelenamento di insetti e degli uccelli, a causa dei pesticidi impiegati in agricoltura».

Quali sono le specie che non ci sono più?

« Tra le specie di uccelli che si sono quasi estinte in regione cito la civetta e la quaglia, mentre sono in forte declino le rondini e l’upupa».

Cosa si può dire sulla qualità delle acque dei fossati?

«Il recente Rapporto nazionale pesticidi nelle acque (ISPRA) ha evidenziato come la qualità delle acque altoatesine sia in molti casi compromessa dalle sostanze chimiche impiegate in agricoltura».













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