Indennità della giunta Il consiglio boccia il taglio 

Egna. Cassata la mozione per la decurtazione del 50% degli stipendi di sindaca, vice e assessori Jost, Nones e Pocher: «Comunque ognuno di noi farà donazioni a chi più risente della crisi»



Egna. Istituire un fondo Covid con relativa commissione attraverso il 50 per cento delle indennità di giunta e consiglio? Una procedura lunga e onerosa. Così sindaca e assessori di Egna hanno controbattuto alla mozione presentata dalla lista d’opposizione @EgnaNeumarkt, bocciata dal consiglio comunale col voto favorevole di soli quattro membri, con l’astensione di altri quattro e con la contrarietà di nove tra Svp (astenuti Alber e Bampi), Insieme Miteinander e Lega. Oltretutto non spetterebbe al consiglio comunale la competenza sulle indennità dei politici, regolata da una legge regionale. La giunta ha rilanciato con l’impegno da parte di ognuno dei suoi membri a donare – a titolo personale – una somma consistente a favore di associazioni e famiglie colpite dalla crisi.

La mozione di Giorio e Sartori prendeva spunto da un post su Facebook di Giorgio Nones: l’attuale vicesindaco la scorsa primavera proponeva che i politici provinciali, i sindaci e gli assessori dei vari Comuni altoatesini trattenessero il 50 per cento dei loro stipendi. Un boomerang. Come il collega di lista Alex Pocher gli ha ceduto il posto di vicesindaco, l’opposizione ha ripescato il vecchio post pensando di trovare in Nones una sponda amichevole (o per vedere se la sua opinione fosse ancora quella). Giorio e Sartori hanno chiesto quindi la riduzione del 50 per cento delle indennità di giunta e consiglio, la creazione di un fondo Covid che radunasse queste somme e tutti i contributi provinciali e statali e l’istituzione di una commissione dedicata, composta da un rappresentante per gruppo consiliare ed eventualmente anche da esperti esterni.

Al di là dell’opportunità di privare sei politici della metà delle loro entrate da lavoro e delle questioni morali (pure poderose) aperte prima da Nones e poi dall’opposizione, la sindaca Karin Jost spiega innanzitutto che «i contributi di Provincia e Stato sono già destinati, non serve creare un ulteriore fondo», e che per l’istituzione di una commissione si parlerebbe di lunghi tempi amministrativi e di ulteriori oneri. «Ugualmente però noi componenti della giunta abbiamo deciso di contribuire privatamente per sostenere le famiglie subito, con erogazioni liberali, aggirando le lungaggini della burocrazia».

Il vicesindaco si pone sulla stessa lunghezza d’onda. «Il discorso di fare un piano Covid è complicato – chiarisce – perché si tratta di competenze in parte nazionali, in parte provinciali. Quel post era di pancia, la crisi era detonata da pochissimo e allora c’era molta più incertezza di oggi rispetto all’azione amministrativa. Questo periodo ci impone di agire subito, al bisogno: di qui l’idea di donare privatamente. Per parte mia, donerò ad associazioni che ogni settimana consegnano beni di prima necessità a chi ne ha bisogno». Nones fa un invito all’opposizione: «Ci piacerebbe che qualche volta proponesse azioni concrete, ci indicasse dove dirigere l’aiuto dell’amministrazione, cosa che finora non è mai stata fatta. In questo momento la collaborazione tra le forze politiche è la cosa migliore».

Il suo collega di lista, Alex Pocher, quantifica in un minimo di 5 mila euro la somma da destinare a ciascun’attività economica perché si possa parlare di un sostegno valido. «Per Egna servirebbero 100 mila euro – spiega – ma non ci si arriverebbe neanche con un anno di indennità intere di tutta la giunta». L’assessore donerà alla Caritas parrocchiale e al consorzio di promozione territoriale “Zukunft Neumarkt”. «La preoccupazione più grande, ora, è quella per il piccolo commercio. Ci sono attività che gli anni scorsi nel solo mese di dicembre facevano il 20-30 per cento del fatturato annuale. Finora ancora nessun commerciante è venuto a dirmi che non ce la fa più, ma potrebbe succedere. Perciò ho voluto che nella nostra presa di posizione di maggioranza fosse riportato uno stato di difficoltà reale e niente affatto pretestuoso». Pocher si unisce all’appello di Nones: «Quella mozione formalmente non era corretta e operativamente non era utile. Se qualcuno ha un modello, un’idea che potrebbe funzionare, ce lo dica. Valuteremo e agiremo». S.M.













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