«L’integrazione a Salorno? Solo con chi nasce qui» 

Tondini (Lega): «Assurdo sprecare i soldi pubblici per chi non esce di casa» «Le nuove generazioni giocano con i bimbi del posto e imparano anche le regole»


di Massimiliano Bona


SALORNO. Mario Tondini, consigliere comunale della Lega, è stato l’unico a non votare a favore del progetto «Salorno, un passo avanti!» il cui obiettivo dichiarato è quello di integrare gli immigrati che in paese hanno raggiunto il 21 per cento. E per questo saranno organizzati vari eventi: dalle cene etniche ai corsi di lingua, dalle serate di ballo agli incontri per conoscere le culture degli altri Paesi. E il tutto sarà finanziato con fondi pubblici – decine di migliaia di euro – messi a disposizione dalla Provincia al Comune.

Consigliere Tondini, alla presentazione del progetto sull’integrazione c’erano cento persone. Un successo per Salorno. Lei è andato?

«Certo che no. Sono stato l’unico, in consiglio comunale, a votare contro l’iniziativa che reputo assolutamente inutile, oltre ad essere un incredibile spreco di risorse pubbliche».

Ma se non si cerca nemmeno di integrare i cittadini di origine straniera il rischio è quello di creare ghetti e pericolose realtà parallele...

«Mi pare che gli esempi che ci vengono forniti da altri Paesi europei o da altre città italiane non siano particolarmente edificanti. Soprattutto per le donne straniere».

Nel senso che è più difficile integrare le donne straniere rispetto agli uomini, come ammette anche il sindaco?

«No, nel senso che le donne straniere spesso non sono nemmeno avvicinabili. Restano chiuse in casa per la maggior parte del tempo, anche a Salorno. E non sarà certo il bonus ipotizzato per i corsi di lingua ad invogliarle ad uscire...».

Già, ma bisognerà pur cercare di integrare anche “L'altra metà del cielo”. Non crede?

«Se si tratta di donne straniere, arrivate qui in età adulta dopo essersi formate nei rispettivi Paesi, con regole e culture ben diverse da quelle occidentali, si tratta solo di sforzi sprecati. Organizzare decine di tavoli di lavoro per chi non partecipa nemmeno alle attività mi sembra pura follia...».

Ma ci sono centinaia di ragazzini - figli di stranieri - che sono nati e cresciuti qui...

«In questo caso il discorso è profondamente diverso e nutro anch’io più speranze affinché si possa arrivare ad una integrazione piena e condivisa. Giocano in cortile con i ragazzini autoctoni e imparano a scuola a rispettare le regole...».

Lei scommette, dunque, sulle nuove generazioni?

«Sì, certo. Ci sono tutti i presupposti per farlo. Ma non parlatemi di donne straniere adulte da integrare: è solo tempo perso».

La notizia, vera, è che la Lega punta anche sui giovani con background migratorio...

«Se lavorano o studiano e si integrano noi non abbiamo nulla da eccepire...».

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