La tutela del parco divide Egna 

La giunta vota contro l’individuazione di zone di rispetto faunistico, in consiglio si anima la discussione


di Fausto Da Deppo


EGNA. L’individuazione delle cosiddette “zone di tranquillità” all’interno del parco naturale del Monte Corno ha diviso la giunta e fa discutere il consiglio comunale di Egna.

In giunta, riferiscono i consiglieri di @EgnaNeumarkt Marco Mariotti, Federica Pizzaia e Alessandro Borsoi in un’interrogazione indirizzata al vice sindaco e assessore all’ambiente Alex Pocher, su 6 rappresentanti, “ben 4 sono componenti della commissione tutela ambiente e hanno votato (escludendo Lei che si è momentaneamente assentato) contro l’individuazione di aree di rispetto faunistico per avvantaggiare gli interessi dei provati, allevatori, selvicoltori e contadini”.

Il no della giunta va contro il parere tecnico su tali aree di rispetto espresso dall’Osservatorio faunistico della Provincia e, oltre alle preoccupazioni per la salvaguardia dell’ambiente, per la “dilagante antropizzazione” degli ambiti naturali e la “restrizione degli spazi esclusivi e tranquilli per la selvaggina”, oltre all’ipotesi di individuare nel parco aree in cui non sia previsto il “prelievo venatorio” e oltre ai timori legati in generale all’estensione di "impianti di risalita, vie ferrate, bouldering, alpinismo, piste da sci, scialpinismo, trekking, escursioni, digiscoping, geocaching, foto naturalistiche, raccolta funghi, attività ciclistiche e di sorvolo come ultraleggeri, droni, tute alari fino a elicotteri e aerei di vario tipo, i tre consiglieri evidenziano che “queste aree potrebbero venir imposte direttamente dallo Stato”.

E chiedono a Pocher: “Non considera che, di fronte alla possibile imposizione dall’alto, sarebbe più conveniente definire un 5% (di tali aree sul totale della superficie) piuttosto che subire un 10%? Non avrebbe più senso – continuano Pizzaia, Mariotti e Borsoi sostenendo il sì alla proposta dell’Osservatorio provinciale – che a delimitare queste aree di rispetto fossero enti appartenenti al territorio, in grado quindi di definire zone ben conosciute e capaci magari di una migliore concertazione con le numerose parti coinvolte nel rispetto dei reciproci interessi?”.

Pocher ricorda di essersi consultato “con gli uffici provinciali competenti, ovvero con Luigi Spagnoli”, arrivando ad “ammorbidire” la delibera di giunta su una tematica “non di semplice soluzione”. Delibera che, “come assessore all’ambiente non potevo e non posso condividere a pieno, ma è una presa di posizione che di fatto prevede necessariamente l’apertura di un tavolo di discussione”. Poi il vice sindaco e assessore all’ambiente di Egna sottolinea: “Quelle attività che vengono additate come interessi privati, allevatori, selvicoltori e contadini sono portate avanti da secoli dalla stessa popolazione che ci ha trasmesso questo patrimonio e che lo ha gestito e preservato per noi. È evidente che individuare un equilibrio tra le attività antropiche e la tutela delle specie a rischio, definendo aree di tranquillità è ormai necessario (non solo per obbligo normativo), ma questo non potrà che passare attraverso un processo concertato se vogliamo che queste siano veramente efficaci e rispettate e se vogliamo che gli stessi abitanti/utilizzatori del parco si facciano carico di difendere queste aree”.

Infine, Alex Pocher vede “veramente lontana all’orizzonte l’imposizione coatta di tali aree. La tematica è comunque aperta perché ci sono parchi per i quali per estensione e morfologia anche l’imposizione del 10 per cento potrebbe essere a mio avviso, ed auspico, tranquillamente superata, anche in virtù della tipologia di specie da tutelare, e realtà come quella del Monte Corno – forse l’unica a dire il vero – dove il 5 per cento rischia di essere una superficie davvero difficile da imporre se non controproducente”.

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