Il ricordo

Magré piange la “sua” Dori, una vita dedicata agli altri 

Vedova del notissimo Pepi, Dorothea Piger Ranigler è scomparsa all’età di 86 anni Studentessa appassionata e lavoratrice volenterosa, aveva affinato l’inglese anche a Londra


Bruno Tonidandel


MAGRE'. Grande commozione l’altro pomeriggio a Magré quando l’intera comunità ha voluto dare l’ultimo saluto a Dorothea Ranigler, nata Piger, morta all’età di 86 anni. È stata una vita lunga e intensa quella della signora “Dori”, come veniva chiamata da famigliari e amici, spesso movimentata e trascorsa in parte anche all’ombra del marito Pepi, grande personaggio della Bassa Atesina e cittadino onorario di Magré, scomparso nel 2015 all’età di 81 anni. L’aveva conosciuto a soli 10 anni sull’altopiano di Favogna in uno dei pochi momenti di vacanza della sua famiglia e a 18 anni l’aveva rivisto, ed era diventato l’amore della sua vita.

Dorothea – come ha ricordato la figlia Carlotte, funzionaria in Provincia, durante la messa funebre nella chiesa parrocchiale di Magré, celebrata dal nuovo parroco Josef Augsten – era una persona che non si lamentava mai e aveva preso l’abitudine di accettare le sfide della vita. Era facile per lei rallegrare amiche e conoscenti e dar loro coraggio nei momenti difficili. Momenti dolorosi che anche lei aveva affrontato, specialmente durante l’ultimo anno di vita, quando è stata costretta ad affrontare quattro importanti interventi chirurgici e ogni volta senza tentennamenti, perché credeva e sperava fiduciosamente di poter tornare sana, indipendente e autonoma. «Ha sopportato la sofferenza senza mai lamentarsi – ha ricordato ancora Carlotte – dimostrando una forza che ha stupito medici e infermieri».

Dorothea Piger Ranigler aveva trascorso l’infanzia e la giovinezza a Termeno e a Egna con i genitori Adolf e Poldi e quattro fratelli: Robert, la sorella gemella Rita, Irene ed Erna. Frequentò la business school con le signorine inglesi a Bressanone, quindi approdò nell’ufficio del padre, commerciante di frutta. Amava molto il suo lavoro e nel 1952 aveva già in tasca la patente, di cui era particolarmente orgogliosa; quindi nel 1955 le fu permesso di recarsi a Londra per 6 mesi per affinare la lingua inglese e per prepararsi al commercio estero.

Dopo il matrimonio con Pepi nel 1960, il trasferimento a Magré e l’addio al mondo degli affari di papà. Dori ne soffrì un poco, ma non si perse d’animo e si trasformò in casalinga con particolare dedizione al giardinaggio e all’agricoltura. Era spesso sola, anche perché il marito Pepi, un dinamico uomo d’affari, ricopriva numerosi incarichi istituzionali e viaggiava molto. Ma Dori cercava sempre di padroneggiare le situazioni con il sorriso anche nei momenti difficili. Tenendo sempre al centro della sua vita la famiglia, specialmente con l’“arrivo” delle nuore, del genero e dei nipoti.

Se n’è andata serenamente, quasi con il sorriso sulle labbra, lasciando tramortiti dal dolore i figli Eduard con Reka, Carlotte con Andi e Markus con Helene. Mancherà al paese di Magré, questa donna saggia e gioviale.













Altre notizie

Attualità