Migranti, i caldaresi a lezione da un pachistano 

Zauheb Sardar ha convinto i residenti con una battuta ad accogliere 30 profughi Favorevole anche l’ex campione di surf Heidegger: nessun problema di gestione


di Massimiliano Bona


CALDARO. Dopo mesi di trattative infruttuose è bastata una battuta di un cittadino pachistano («sono musulmano ma ogni tanto in compagnia bevo volentieri anche un bicchiere di vino» ndr) a convincere i caldaresi ad ospitare, a breve, una trentina di migranti. Scelto anche l’edificio (di un privato), nella zona di Barleit, ad una decina di minuti dal centro, dove sarà realizzato un «Cas». Il tutto è avvenuto nell’ambito dell’attesa assemblea pubblica, nell’aula magna della scuola elementare, a cui hanno partecipato anche il governatore altoatesino Arno Kompatscher (bersaglio di un sonetto anti-migranti del consigliere comunale Svp Lobis) e l’assessora provinciale Martha Stocker. «All’inizio - sottolinea la consigliera comunale della Dorfliste Irene Hell - la tensione si tagliava a fette, tanto che non sono mancati commenti razzisti. Più di un caldarese si è vantato per la scelta del Comune di non accogliere». A cambiare le carte in tavola, oltre all’intervento deciso di Kompatscher, sono stati il giovane web-designer pachistano Zauheb Sardar e l’ex campione caldarese di surf, che ora gestisce un bar, Fabian Heidegger. «Non vedo - ha sottolineato quest’ultimo, olimpico ai Giochi di Pechino nel 2008 - quale sia il problema ad ospitare un numero così basso di migranti in un Comune con oltre 8 mila persone».

Zauheb, invece, l’ha messa sul ridere ed ha contribuito a stemperare la tensione. «Sono arrivato qui con la mia famiglia a 9 anni e oggi ne ho più di venti. Lavoro, ho imparato la lingua e mi considero un esempio di integrazione ben riuscito». Certo, poi la battuta sul bicchiere di vino ha fatto il resto. Importante anche il contributo dell’assessora alle attività sociali di Appiano Monika Hofer Larcher che ha sottolineato come, nel Comune vicino, le cose siano «assolutamente di facile gestione». E ad Appiano i migranti sono una cinquantina. Irene Hell della Dorfliste ha criticato gli esponenti dell’ala economica della Svp che tengono in piedi decine di attività proprio grazie al contributo degli stranieri. «Guadagnano sempre di più grazie a comunitari ed extracomunitari, di cui non possono più fare a meno nelle rispettive attività, ma non sanno cosa sia la solidarietà». L’ultimo via libera è arrivato con il «sì» a denti stretti della consigliera comunale della destra tedesca Helga Morandell Strozzega. «Ce la possiamo fare». Caldaro, forse, ha davvero voltato pagina, grazie ad un pachistano creativo e ad un campione dello sport.

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