«Niente contributi al padre malato di Sla  con tre figli piccoli» 

Il presidente del Comprensorio Lanziner spiega i motivi «Se non bastano i risparmi tocca ai parenti di primo grado» 


di Massimiliano Bona


SALORNO. «Il caso della famiglia di Salorno mi ha colpito profondamente. Dal punto di vista umano io, come molti altri, sono molto dispiaciuto ma la legge in vigore non ci consente di dare una mano a questo padre malato di Sla attualmente ricoverato in una struttura per lungodegenti. Per i parametri fissati dalla norma il signor Micheletti dovrà pagare la retta piena (1580 euro ndr) e la famiglia, con tre bimbi piccoli, dovrà attingere dai propri risparmi»: questa è la risposta del presidente del Comprensorio Oltradige Bassa Atesina Edmund Lanziner che si è interessato del caso sollevato da Barbara Faustin, che ha profondamente colpito l'opinione pubblica.

Il nodo, dunque, sono i risparmi accantonati.

«Per il calcolo di un'eventuale agevolazione il Distretto tiene in considerazione anche il reddito e i risparmi dei parenti di primo grado, in questo caso i genitori del signor Micheletti. Tocca alla famiglia e a questi ultimi accollarsi i costi prima che intervenga la mano pubblica».

È lecito chiedersi a questo punto quando debba intervenire un distretto sociale, se non in caso gravi come questi. Lanziner spiega che nel resto d'Italia la situazione è persino peggiore.

«Noi, come Comprensorio, o i Comuni per le rette delle case di riposo possiamo e dobbiamo intervenire solamente quando la famiglia interessata o i parenti non riescono, in base al reddito e al patrimonio, a coprire le spese. Nel resto d'Italia vengono presi in considerazione anche i redditi dei parenti che vanno oltre al primo grado».

Una risposta, quella del Comprensorio, difficile da accettare per tutta la comunità di Salorno, che segue la vicenda da anni, cercando di dimostrare vicinanza e solidarietà. La moglie di Maurizio, Barbara, a questo punto tenterà di parlarne in un incontro con l'assessora provinciale Martha Stocker, in modo tale da capire se la sua famiglia abbia diritto o meno a qualche altra forma di aiuto. Resta una legge, quella provinciale, che dovrebbe tenere conto di malattie invalidanti come questa ma anche dell'età del malato, in questo caso giovanissima, e del numero dei figli. Il compito della mano pubblica è anche quello di adeguare le norme e di intervenire nei casi piú gravi. Ogni buon padre di famiglia avrebbe fatto come Barbara e Maurizio destinando Tfr e parte dei risparmi ai figli. Questa coppia da sei anni lotta contro un male incurabile e meriterebbero una sensibilità e un'attenzione diversi, anche dalla mano pubblica.

In paese e sul web il caso ha destato grande stupore e le testimonianze di affetto a Barbara Faustin, al marito Maurizio e ai figli sono state centinaia. Non resta che augurarsi che si metta in moto una gara di solidarietà anche tra i privati.

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