Bassa Atesina

Ottantenne perde 60mila euro investendo online in criptovalute 

Berto (Centro europeo consumatori): «Desiderava far fruttare il capitale in modo da supportare finanziariamente i figli e i nipoti». Le transazioni sono difficili da seguire: «Le somme possono essere suddivise in importi piú piccoli e addizionate in modo da cancellare le tracce»


Massimiliano Bona


EGNA. Un ottantenne della Bassa Atesina è finito nella rete del “trading online abusivo”, ha investito (a sua insaputa) in criptovaluta e ci ha rimesso oltre 60 mila euro che voleva far fruttare per donare poi a figli e nipoti negli anni avvenire. Quando ha chiesto il capitale indietro - e si è rivolto al Centro europeo dei consumatori di Bolzano - era ormai troppo tardi.

Si tratta, infatti, di transazioni difficili da seguire, delle quali si perdono quasi sempre le tracce. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Rebecca Berto, consulente legale del Centro Europeo Consumatori Italia, ufficio di Bolzano, che ci ha spiegato nel dettaglio come funzionano queste genere di raggiri.

«L’anziano in questione - spiega la dottoressa Berto - è stato contattato al telefono fisso da una presunta piattaforma di trading online ed è stato convinto a investire i suoi risparmi (oltre 60 mila euro): il consumatore desiderava far fruttare il capitale in modo da supportare finanziariamente i figli ed i nipoti. Purtroppo è diventato sospettoso troppo tardi per riuscire a rimediare.

Ad un certo punto ha chiesto indietro il capitale ma il presunto broker della piattaforma di trading online sosteneva che per riaccreditare la somma fossero dovute delle tasse, il cui importo doveva essere bonificato dal consumatore». Il vero problema è che le criptovalute e le relative transazioni non sono cosí facili da seguire. «Le somme in criptovalute possono essere suddivise in importi più piccoli oppure addizionate ad altre somme in modo da cancellare le tracce».

Anche recentemente altri consumatori del Trentino Alto Adige hanno versato i propri risparmi a piattaforme di trading online abusive. «Purtroppo esiste anche un seguito. Gli stessi consumatori, che sono stati truffati una volta, dopo sei o nove mesi vengono ricontattati telefonicamente, da presunte aziende, che avrebbero ”trovato” presso conti correnti esteri le somme perse. In tal caso, queste presunte aziende cercano di sfruttare il desiderio dei consumatori di recuperare le somme perse, al fine di richiedere degli ulteriori importi per questa presunta attivitá di recupero».

Dall’inizio del 2022 continuano a pervenire al Cec Italia(Centro Europeo Consumatori) segnalazioni da parte di residenti, che chiedono aiuto al fine di riuscire a recuperare le somme investite. «Molti consumatori spiegano di essere stati contattati telefonicamente e di essere stati convinti a provare. Queste presunte piattaforme di trading online chiedono una somma iniziale di 250 euro per vedere come funziona.

Spesso si tratta anche di persone più avanti con l’etá, il cui nome risulta ancora nell’elenco telefonico. Molti consumatori ci hanno spiegato anche di non aver effettuato solo dei bonifici bancari verso il conto alla presunta piattaforma di trading online, ma si lasciano anche convincere a creare un wallet per criptovalute presso un fornitore di questi servizi, a trasferire queste somme verso il fornitore del wallet di criptovalute, a far convertire la somma in criptovaluta e poi trasferire la somma in questione sul conto della presunta piattaforma di trading online. Naturalmente il presunto consulente della piattaforma di trading online aiuta i consumatori nel creare un wallet per criptovalute e ad effettuare il trasferimento della somma in criptovaluta».

I consumatori dovrebbero diffidare se viene loro consigliato di versare somme di denaro con l’utilizzo di cryptovalute.













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