Piazza Chiesa, bastano 70 firme per il referendum 

L’intento dei promotori è quello di ripristinare il nome originario, piazza Prati Pentito anche il promotore (Simeoni) all’epoca spalleggiato da Olivetti (Svp)


di Sara Martinello


EGNA. Appena due settimane alla raccolta firme per il referendum con cui nella frazione di Laghetti si potrebbe tornare a parlare di “piazza Giovanni Prati”, abrogando il nome di “piazza Chiesa” imposto nel maggio del 2017 da una delibera della giunta comunale di Egna. La data del referendum non andrà oltre il 23 giugno 2019, ma il comitato promotore spera di accorciare i tempi.

Nonostante la battaglia si protragga da oltre un anno e mezzo, il comitato non accenna a dare segni di stanchezza. Con la recente assemblea civica si sono date ai cittadini le informazioni circa i tempi tecnici – sabato 15 dicembre, dalle 9 alle 12, si raccoglieranno le firme in casa di Fulvio Benati – e soprattutto si è fatta finalmente chiarezza sulla natura della contestazione. Si è parlato della denominazione ufficiosa della piazza (“piazza Chiesa”, cioè la piazza dove c’è la chiesa) e dell’ufficialità del nome di “piazza Prati”, ma anche di questione etnica e di questione politica. Riuscendo, nel corso di un dibattito che il comitato definisce corposo e proficuo, a fugare del tutto l’idea di un problema etnico. Si è definito una volta per tutte il ruolo del Comune di Egna, ente super partes che per la prima volta si ritrova a gestire un istituto, quello del referendum, nato da parti diverse della municipalità. Le firme necessarie saranno circa 72, anche se il comitato punta a raccoglierne tra le 90 e le 95. Da far poi autenticare ai consiglieri comunali Alessandro Sartori (fuoriuscito dal Pd) e Marco Mariotti (@EgnaNeumarkt), entrambi presenti all’assemblea civica dell’altra sera insieme ai consiglieri Harald Pardatscher e Patrizia Coletti (rispettivamente Svp e Forza Italia). E al consigliere della civica Bündnis Neumarkt Franz Simeoni, tra i promotori del passaggio di piazza Prati a “piazza Chiesa”, che davanti al comitato e ai cittadini di Laghetti riuniti ha ammesso come cambiare il nome in quel modo, senza una reale consultazione della popolazione, si possa considerare una leggerezza dovuta al fatto che quel 2 maggio 2017 l’assessore Andrea Olivetti gli avesse presentato la mozione (inserita all’ordine del giorno della seduta in modo generico, “cambio denominazione di una piazza”) come se questa avesse già il pieno appoggio popolare. «Abbiamo apprezzato la sua sincerità e le congratulazioni per l’esperienza che abbiamo istituito», fanno sapere dal comitato.

Ora, via alla raccolta delle firme, nel segno della partecipazione.













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