Piazza Prati, l’assemblea prima del referendum 

Il comitato promotore l’ha convocata per mercoledì alla saletta della palestra La giunta - senza sentire le associazioni - l’ha fatta diventare piazza Chiesa



EGNA. La data di domani si aggiunge al fitto calendario su cui si disegna la piccola rivoluzione di Laghetti di Egna. Il comitato promotore del referendum per il cambio della denominazione di piazza Chiesa in “piazza Giovanni Prati” ha indetto infatti un’assemblea aperta, volta a informare la cittadinanza sugli ultimi sviluppi relativi al percorso verso il referendum. L’appuntamento è quindi per domani, alle 20, nella saletta della palestra di Laghetti.

Domani, mercoledì, avrà inizio la raccolta delle circa 70 firme (il 7% degli elettori residenti nella frazione di Laghetti) necessarie all’indizione del referendum col quale abrogare la delibera di giunta tesa a passare dal vecchio nome di “piazza Prati” a quello di “piazza Chiesa”. «Un nome che indica ciò che c’è nella piazza, a impoverire la toponomastica di Laghetti», commentavano tempo fa i promotori del referendum. La cancellazione di piazza Prati dallo stradario di Egna è stata votata il 2 maggio del 2017 con il sostegno di Svp e Bündnis Neumarkt (9 «sì»). C’erano stati 3 voti contrari della lista civica @EgnaNeumarkt (Pizzaia, Borsoi e Mariotti), tre rappresentanti del gruppo italiano avevano scelto di non partecipare alla votazione (l’assessora alla cultura Carla Nones del Pd, la consigliera FI/Lega Patrizia Coletti e il consigliere comunale del Pd Alessandro Sartori), mentre il vicesindaco Alex Pocher (Pd) e Klaus Pichler (Svp) erano «temporaneamente assenti». Così, il circolo culturale di Laghetti aveva indetto una prima raccolta firme, 250 in totale, per protestare contro la mancanza di democraticità della deliberazione: gli abitanti della frazione non sarebbero stati interpellati, con la conseguente percezione di un travalicamento dei processi decisionali della democrazia partecipativa e, quindi, di una decisione “calata dall’alto”. Si era quindi formato il comitato che domani presenterà ai cittadini gli ultimi sviluppi della situazione.

Dopo la bocciatura del primo quesito referendario presentato, il comitato è tornato alla carica poco tempo fa con un nuovo quesito, avvalendosi anche del dialogo con una realtà come Democrazia Diretta. Paventando una spaccatura della maggioranza compatta che governa Egna, l’Svp ha quindi proposto di intitolare la piazza all’antinazista Sophie Scholl, di fatto traslando il discorso dal piano delle modalità della partecipazione in democrazia a quello della questione etnica, rigettato invece con forza dai membri del comitato. Nutre il timore di una spaccatura anche il vicesindaco Alex Pocher (Pd), il quale recentemente ha dichiarato di sperare «che si trovi una soluzione politica, perché spaccare un paese in due non è un’operazione intelligente. Ma in caso contrario ognuno voterà secondo coscienza». Il gruppo tedesco, compatto, ha optato per il cambio di nome ritenendolo (senza documenti a supporto) una delle ultime imposizioni negli ultimi anni della seconda guerra mondiale. «In realtà – sottolinea Pocher – non c’è traccia di questa decisione se non nel 1952. A Prati, lo ricordo, è intitolato il liceo più importante e conosciuto del Trentino». La decisione, a suo tempo, fu presa dall’assessore Andrea Olivetti. (s.m.)













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