Piazza Prati, si vota domenica Il comitato diserterà le urne 

Clamoroso dietrofront. I membri hanno deciso di non votare, in polemica con la giunta «Il sondaggio è una farsa e non è democratico: invitiamo i nostri concittadini a fare lo stesso»


Sara Martinello


Egna. Il comitato promotore del referendum per il ritorno a piazza Giovanni Prati non parteciperà al sondaggio sul toponimo previsto per domenica: «Questo sondaggio non è assolutamente democratico, anche per la propaganda sbilanciata, e pertanto invitiamo i cittadini di Laghetti a fare lo stesso. Ci riserviamo il diritto di attuare tutte le misure necessarie per salvaguardare la democrazia».

Nell’organizzazione del sondaggio che metterà gli abitanti della frazione di fronte a tre scelte, il comitato è stato messo di fronte a ciò che la maggioranza aveva già approntato: una scheda elettorale, con l’annuncio che la votazione si sarebbe svolta con modalità simili a quelle dei referendum. Il tutto nel corso di un incontro tra il vicesindaco Pocher, il capofrazione Olivetti, un rappresentante di Schützen e Kulturverein, i consiglieri Pardatscher, Simeoni e Mariotti e per il comitato il portavoce Fulvio Benati e Marco Zucali. «In quell’occasione ho rinfacciato alla maggioranza che durante la seduta del consiglio del 21 febbraio – spiega Benati – si erano sbugiardati da soli: Pardatscher aveva detto chiaramente che Prati era indigesto all’Svp perché irredentista». Durante l’incontro, Simeoni e Mariotti fanno sapere che le loro liste il sondaggio non lo appoggiano. Il comitato presenta al Comune una lettera protocollata con le criticità del sondaggio, ma non riceve risposta. «Il giorno dopo – racconta il comitato – è stata diffusa una brochure propagandistica con la foto del sindaco, mentre Olivetti sollecitava a scegliere piazza della Chiesa tramite Whatsapp». A febbraio Olivetti aveva diffuso tra i cittadini di lingua tedesca un volantino con cui ribatteva nel campo del “nemico” l’accusa di interpretazione etnica: “il modo nel quale la discussione si è sviluppata è molto preoccupante e indica purtroppo che tensioni etniche sono ancora forti nell’inconscio di parti della società”, così il flyer. «A questo punto abbiamo fatto anche noi un volantino – riprende il comitato – per spiegare le ragioni del sondaggio. Sul retro abbiamo messo pagelle di scuola recanti il toponimo nei decenni passati: prima “piazza della Chiesa”, poi “di Laghetti”, ancora “della Chiesa” e, dal ‘54-‘55, “Giovanni Prati”. L’attestazione del toponimo che si diceva andata perduta in un’alluvione o in un incendio. Intanto sembra che la segretaria comunale abbia detto ai dipendenti di non lasciare traccia scritta del sondaggio. Che ha una valenza partitico/privata: il Comune avrebbe dovuto emanare un provvedimento con cui formalizzare le modalità della consultazione popolare».













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