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Restaurato a Magré lo storico crocifisso d’epoca napoleonica

MAGRÈ. Ai molti che transitano sulla strada, nei pressi della stazione ferroviaria Magré-Cortaccia, poco ad est del sottopasso della ferrovie, non sarà sfuggito il rinnovato grande crocifisso che da...



MAGRÈ. Ai molti che transitano sulla strada, nei pressi della stazione ferroviaria Magré-Cortaccia, poco ad est del sottopasso della ferrovie, non sarà sfuggito il rinnovato grande crocifisso che da sempre viene chiamato “dei francesi”.

Da poco infatti la croce con il Cristo è stata restaurata per volere della compagnia degli Schützen di Magré guidata dal comandante Walter Bonora. Non solamente sfilate e feste folcloristiche quindi per il gruppo di una ventina di “cappelli piumati” del paese, che, in occasione del 35esimo anno di fondazione, aveva deciso in una delle sue ultime assemblee, di finanziare la sistemazione del crocifisso che gli anni, ma anche polvere, pioggia, neve, sole e vento avevano deteriorato.

E così, grazie all’intervento dell’impresa dei fratelli Claudio e Cristian Baldo di Magré con l’aiuto di una gru la croce è stata levata dal terreno dove si trovava infissa.

La statua del Cristo poi è stata staccata dalla croce e fatta restaurare da Georg Gebhard di Velturno, uno dei massimi esperti in regione del settore. Nel frattempo il carpentiere Josef Unterhauser di Cortaccia ha proceduto a rinfrescare il legno, mentre il lattoniere Franz Walter di Magré ha sostituito con una copertura di rame le scandole in legno ormai guaste che coprivano il tettuccio. La spesa complessiva del delicato lavoro alla statua ammonta a 3 mila euro.

“Abbiamo voluto intervenire sul crocifisso dei francesi – ci ha detto il comandante Walter Bonora – che era ridotto proprio male, perché il nostro desiderio era di lasciare qualcosa di concreto al paese anche in occasione della festa del 35esimo anno di fondazione della nostra compagnia”.

Una particolarità: da sempre il volto del Cristo sofferente presentava una lesione che assomiglia ad un foro di proiettile. E in effetti si narra che il foro fosse opera di un soldato dell’esercito francese di Napoleone che, in transito sulla strada e visto il crocifisso, avesse sparato un colpo di pistola sfigurando la guancia del Cristo. Fatti pochi passi però il soldato sarebbe stramazzato al suolo morto sul colpo.

E anche dopo il restauro dell’artigiano Unterhauser la faccia del figlio di Dio in croce mantiene sempre il foro di proiettile del soldato di Napoleone per ricordare il tragico episodio. (b.t.













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