Agricoltura

Rivoluzione nei campi: sono tremila i frutticoltori smart 

Dal sensore sull’umidità del terreno con una app agli allarmi antibrina gestiti in tempo reale sullo smartphone. Questo approccio si fa largo tra le nuove generazioni: il 65,7% ha iniziato un percorso di digitalizzazione o dichiara di voler iniziare a breve



BASSA ATESINA. Sono poco più di 3 mila i fruttiviticoltori altoatesini che utilizzano la app del Centro di consulenza per gestire al meglio le attività in campagna. Qualche esempio? Le indicazioni per la coltivazione dei frutteti e dei vigneti, gli allertamenti antibrina, la difesa dal colpo di fuoco o da malattie o parassiti vengono inviate e gestite in tempo reale sullo smartphone. Il “quaderno di campagna” (obbligatorio) è online. Tutti gli interventi di concimazione o di difesa effettuati dai fruttiviticoltori nel corso di una stagione devono essere documentati con puntualità e precisione. Gli agricoltori 4.0 hanno ormai la possibilità di fare (quasi) tutto da smartphone, tablet, laptop o computer.

Il sensore di umidità del terreno in una app con il supporto di Alperia e Laimburg.

Decisamente utile per i fruttiviticoltori è anche il sensore per la misura dell’umidità del terreno, con un modulo specifico di trasmissione e una app, frutto della collaborazione con il provider di servizi energetici Alperia e con il Centro di Sperimentazione Laimburg nell’ambito del progetto “Smart Land Alto Adige“. Il sensore misura il grado di umidità del terreno a una determinata profondità e facilita le decisioni del fruttiviticoltore sulla necessità o meno di irrigare. “La nostra app è stata adattata a questo nuovo sensore in modo che tutti i soci possano visualizzare i dati in qualsiasi luogo», rimarca il presidente Manuel Santer.

Smart farming, cresce ancora la fiducia per l’agricoltura digitale.

Parliamo di una «gestione agricola intelligente», il cui obiettivo è quello di coniugare l'agricoltura tradizionale con nuove soluzioni digitali e tecniche: una combinazione che potrà facilitare il lavoro e aumentare l'efficienza nelle attività quotidiane dell’azienda agricola. Si fa largo, dunque, l'agricoltura 4.0 e aumentano quanti credono, nonostante alcune barriere, sempre di più nei vantaggi dell'innovazione intraprendendo un percorso di digitalizzazione o dichiarando di voler iniziare a breve (65,7%) un cammino di tecnologia.

Una recente ricerca ha visto il coinvolgimento di circa 1.000 agricoltori chiamati a esprimersi «sul ruolo del digitale in campo», su come è cambiato il lavoro di filiera in base alla propria esperienza e le proiezioni per il futuro nell'ottica dello smart farming. Con i risultati dell'indagine risulta che il 51,17% afferma di aver usato o di utilizzare soluzioni di smart farming e tra gli strumenti più utilizzati ci sono i sistemi gestionali (73,9%). Oltre il 65% ha affermato di avere le conoscenze per poter utilizzare gli strumenti di smart farming. Tra essi spiccano i sistemi geolocalizzati/Gps connessi alle attrezzature agricole (43,3 %).

Nuovo regolamento bio dell’Unione europea.

Ulrich Kiem, responsabile del settore “Produzione biologica“, ha presentato, tra l’altro, il nuovo Regolamento bio dell‘Ue entrato in vigore il 1° gennaio 2022. L’espletamento di determinati settori è di competenza degli Stati membri e per questo si stanno ancora attendendo alcune precisazioni da parte dello Stato italiano. «Uno degli ambiti regolamentati ex-novo riguarda l’utilizzo e la produzione del materiale di propagazione biologico. Vogliamo proprio capire come questa regolamentazione sarà recepita in Italia e quali cambiamenti comporterà per le aziende e per la nostra attività», ha rimarcato Kiem.

Diversi casi di flavescenza dorata.

«Questa pericolosa malattia della vite è da prendere sul serio. Nelle regioni meridionali è stato necessario estirpare molti ettari di vite e anche in Alto Adige il numero dei casi è in costante aumento», così Hansjörg Hafner, responsabile del settore “Viticoltura“. «L’estirpazione dei ceppi colpiti è la misura più importante che consente di fermare l’espandersi di questa pericolosa patologia». MAX.BO.













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