Il lutto

Salorno piange Lino Tessadri, sindaco ai tempi dell’alluvione 

Fu primo cittadino dal 1969 al 1985. Ivan Cortella: «Dimostrò capacità e attaccamento alla propria gente». I ricordi nel 2011: «Fu durissimo entrare nelle case dei residenti, sapendo il vuoto che l'alluvione aveva lasciato in tutti loro»


Massimiliano Bona


SALORNO. Salorno in lutto per la morte di Lino Tessadri (classe 1933), sindaco della cittadina della Bassa Atesina per 16 anni (dall’estate 1969 al 1985), compreso il durissimo periodo dell’alluvione. Era molto noto anche in ambito agricolo: aveva un’azienda ed è stato per anni presidente del Gaia di Salorno, un’associazione che organizza una serie di incontri su tutti i temi correlati al settore. Molto noto anche il figlio Michele Tessadri, presidente della Cassa Rurale della Bassa Atesina.

A ricordarne la figura, il ruolo e il carattere è l’attuale vicesindaco Ivan Cortella.

«Con Lino Tessadri se ne va un pezzo di storia di Salorno. È stato sindaco per tanti anni a Salorno e ha vissuto da primo cittadino uno dei periodi più difficili per il nostro paese ossia quello dell'alluvione del 1981. In quel periodo (ma non solo) ha dimostrato capacità e attaccamento alla propria gente aiutando 24 ore su 24 chi era in difficoltà e ha contribuito fattivamente alla rinascita del nostro paese dopo quell’evento che ha segnato tutta la popolazione. Ero particolarmente legato a lui perché Tessadri era molto amico di mio padre, che con lui ha condiviso un periodo in giunta. E ogni volta che lo incontravo parlavamo entrambi con un pizzico di nostalgia di quel periodo. Con lui se ne va anche un pezzo di me».

Erano le 3.15 del mattino del 19 luglio 1981 quando gli argini dell’Adige si ruppero per le forti piogge e l’acqua inondò gran parte dell’abitato. Tessadri ha ricordato quei momenti nel 2011, in occasione dei 30 anni da un evento naturale che ha segnato e cambiato la storia del paese.

«Il Comune - disse Tessadri, con grande pacatezza - fece la sua parte segnalando i rischi che correva il paese al Genio Civile e alla Provincia, competenti rispettivamente per l'Adige e per il ponte». All'epoca, però, mancavano i soldi, ma anche una legge «ad hoc» e il necessario coordinamento. L'alluvione ha insegnato molto, anche alla Provincia, che impiegò anni per stabilire di chi fosse la competenza. Tessadri nell’intervento davanti ai suoi concittadini pose l’accento soprattutto sulla "solidarietà della gente", in un momento in cui i ricordi, anche quelli più intimi, furono spazzati via dalla forza dell’acqua. «Fu durissimo - ha raccontato - entrare nelle case dei residenti, sapendo il vuoto che l'alluvione aveva lasciato in tutti loro».

L’impressione di molti addetti ai lavori, all’epoca, è che Salorno abbia pagato per tutti, riuscendo poi ad uscire dalle difficoltà soprattutto con le sue forze. Poi sono arrivate le leggi «ad hoc», la Provincia ha assunto le competenze in materia e con il passare degli anni è diventata un modello da imitare. Certo, se non fosse stato per una manciata di eroi, che ruppero gli argini a Sud 3 giorni dopo l'alluvione, il bilancio sarebbe stato molto più pesante. E Lino Tessadri, in questo, ebbe un ruolo importante.













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