Si lancia dal trampolino e travolge bimba di 8 anni 

La piccola si è rotta un paio di costole: è stata dimessa con oltre 40 giorni di prognosi A centrarla è stato un ragazzino di 14 anni. Si valutano la responsabilità della madre 


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Un incidente avvenuto un paio di anni fa al lido di Salorno ha innescato un contenzioso legale che proprio in questi giorni è approdato in udienza preliminare davanti al giudice Peter Michaeler. Si tratta di un procedimento , ufficialmente contro ignoti, che è stato avviato sulla base della denuncia querela sporta dai genitori di una bambina di otto anni che riportò la frattura di alcune costole mentre nuotava nella piscina dell’impianto balneare. La bimba venne colpita alla schiena da un ragazzino quattordicenne che ha effettuato un tuffo in piscina da un trampolino dell’impianto senza verificare se sotto vi fosse qualcuno. Secondo la ricostruzione dell’accaduto il bambino, nella foga di una fase di gioco, raggiunse il trampolino superando in corsa altri bagnanti che si apprestavano a buttarsi in piscina per lasciarsi cadere in acqua senza verificare eventuali situazioni di pericolo. Per la bambina colpita si trattò di un infortunio particolarmente doloroso. Il ragazzino la colpì in pieno sulla schiena provocandole la frattura come detto di un paio di costole. La lesione guarì in oltre 40 giorni. Sulla base della denuncia dei genitori della parte lesa la procura avviò una serie di accertamenti che non hanno mai portato ad individuare presunte responsabilità in capo a qualche operatore. Il fascicolo è sempre rimasto a carico di ignoti. L’indagine non ha dunque mai portato all’individuazione di un presunto responsabile della struttura anche se ovviamente nel mirino finì il bagnino che al momento dell’incidente non si sarebbe trovato nelle immediate vicinanze della struttura in quanto sarebbe stato impegnato in altri lavori di riassetto anche se sempre a ridosso della vasca. L’altro giorno nel corso dell’udienza preliminare, la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione del caso sotto il profilo penale.

Il giudice Peter Michaeler però per il momento si è riservato la decisione in quanto sta valutando la posizione di garanzia, che sotto il profilo giuridico, viene solitamente riconosciuta in casi come questi sia dal bagnino che dalla madre della bambina colpita, che si trovava in piscina assieme alla figlia al momento dell’incidente. E’ proprio la posizione della madre ad essere considerata la più complessa sotto il profilo giuridico. La donna, assieme al marito, ha innescato l’inchiesta penale ma il giudice potrebbe ritenerla indirettamente responsabile proprio per la posizione di garanzia sempre ricoperta da un genitore in una situazione di quel tipo. Su questo punto, in aula, si sono registrate posizioni molto divergenti con il legale presente nel procedimento in rappresentanza della famiglia. in sostanza la madre avrebbe dovuto rendersi conto dell’assenza del bagnino e, di conseguenza, far uscire la figlia dalla piscina del lido. A far da battistrada vi sono alcune sentenze della Cassazione per situazioni analoghe. Oltre al bagnino di servizio, in caso di incidente ad un bambino c’è sempre la necessità di valutare anche la posizione delle figure di garanzia come ad esempio un genitore (se presente) o ad esempio un accompagnatore in caso di un gruppo o di una scolaresca. Il giudice Michaeler si pronuncerà entro pochi giorni.

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