L'INTERVISTA rudy giovannini cantante professionista 

«Soffre anche la musica, i live soltanto nel 2022» 

Il talento di Laives. «Dopo lo stop di marzo ho lavorato molto poco all’estero a settembre» «Con 20 anni di carriera alle spalle il problema non è economico. Mi manca il contatto con i fan»


Linda Baldessarini


Laives. Il mondo della musica ha sicuramente risentito pesantemente della crisi dovuta al Covid-19 dalla primavera scorsa ad oggi e a Laives la musica porta il nome di Rudy Giovannini.

A marzo l'artista laivesotto era impegnato in Germania in un importante tour e improvvisamente, dopo che il Coronavirus era sembrato solo un problema lontano, tutto il lavoro si è dovuto fermato.

«Come per tutti è stato un momento di sconcerto che ci ha colti di sorpresa. Oltretutto io dall’estero, con l’Italia in quel primo momento particolarmente colpita rispetto agli altri Paesi, mi sono sentito come i cinesi che si vedevano nei video al telegiornale, incolpati da parte dell’opinione pubblica di essere portatori del virus. All'estero il cinese ero io, ero l'untore di manzoniana memoria. Anche se era da tempo che mi trovavo lontano dall’Italia, quando capivano la mia provenienza dovevo subito giustificarmi».

Quindi da marzo in poi tutta la sua attività si è fermata. Quali sono state le ripercussioni più importanti sulla sua vita e sul suo lavoro?

«Sì non ho più lavorato fino a settembre scorso dove qualcosina, qualche live all'estero, sono riuscito a farlo, per poi fermarmi nuovamente. Quello che mi sento di dire è che per uno come me, con 20 anni di solida carriera alle spalle, non è la questione economica la preoccupazione, da quel punto di vista il lavoro svolto mi permette di stare abbastanza tranquillo. Il non potersi esibire per un cantante come me che fa del contatto con il pubblico il centro della sua opera è psicologicamente sconfortante. Per i musicisti il palcoscenico è la vita, non è un lavoro, noi senza il nostro pubblico soffriamo sicuramente tanto».

La preoccupazione per il mondo della musica e dello spettacolo in generale in Italia è alta, soprattutto per la situazione in cui si trovano le maestranze del settore. Lei come vede la situazione e come la sta vivendo un Paese come la Germania, che lei conosce molto bene?

«Innanzi tutto le dico una cosa che forse in Italia pochi sanno e cioè che in Germania l'indotto del mondo discografico e della musica live batte addirittura quello del settore automobilistico. Quindi può immaginare quanto questa crisi sia sentita anche in quel Paese. Una parte del problema, per la quale sono molto dispiaciuto, è la difficoltà per tantissimi emergenti di poter continuare nel loro progetto. Il mondo della musica è un mondo in cui farsi spazio è veramente difficile e arrivare a poterne vivere è una fortuna. E se questo era così già prima del Covid, ciò che è accaduto quest'anno sicuramente ha spento i sogni di tantissimi ragazzi che magari avrebbero potuto farcela. Qualcuno ha provato a farsi spazio nel web ma anche quella è una giungla in cui è difficile districarsi e in cui sono tantissimi a provare a ritagliarsi uno spazio».

All'inizio dell'estate per gli abitanti di Laives la Köfelefest è un appuntamento fisso al quale quest'anno è stato triste dover rinunciare. Quali speranze ci sono a suo avviso per l’edizione 2021?

«Mi fa male dirlo ma purtroppo nessuna. Credo che fino alla fine del 2021 non sarà data la possibilità di tornare ad esibirsi dal vivo. Va considerato che un concerto senza pubblico o con pochissimo pubblico è un evento che nei fatti non potrebbe sopravvivere. Perderebbe anche motivo di esistere. Nei miei live il pubblico è decisamente il centro dello spettacolo. Il mio mondo è stato il primo a chiudere e credo sarà l’ultimo ad aprire purtroppo. Oltretutto ho da festeggiare la ventesima edizione della festa nella mia città e quindi assolutamente non vedo l'ora di poterlo fare. Spero che ci si possa rivedere nel 2022».

In questo contesto, oggettivamente difficile, come intende salutare le sue migliaia di fan - sparsi soprattutto nel mondo tedesco - per dare loro appuntamento al più presto possibile?

«Io posso solo dire di aver avuto e di avere tuttora dei fan fantastici. Non ho il minimo dubbio che la nostalgia che provo per loro sarà totalmente ripagata quando finalmente potremmo incontrarci di nuovo e cantare insieme. Loro non mancano mai di farmi sentire la loro vicinanza e li ringrazio tantissimo per questo. Il mio è solo un arrivederci».

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