Targhe alterne, Appiano a muso duro

Cleva (Pd): pronti ad andare dal Prefetto per garantire ai residenti di andare a lavorare in auto. Ora non ci sono alternative


di Massimiliano Bona


APPIANO. Il giro di vite, in materia di traffico, al vaglio del Comune di Bolzano – che ha chiesto un parere legale per capire se può bloccare o meno gli Euro 3 e 4 in ingresso dall’Oltradige e da Laives – ha provocato la reazione stizzita da parte dei Comuni dell’Oltradige ed in particolare di Appiano.

«Non scherziamo - sottolinea il vicesindaco del Pd Massimo Cleva - anche perché queste misure, come minimo, andrebbero valutate preventivamente e concordate nell’ambito di un tavolo tecnico con i Comuni direttamente coinvolti. Il sindaco di Bolzano non può alzarsi la mattina e decidere di lasciare alle porte della città i pendolari che vanno a lavorare e, soprattutto, non dispongono di alternative adeguate con i mezzi pubblici. Qui, per capirci, non sono nemmeno stati ultimati i lavori del Metrobus, ma anche con quest’ultimo la situazione non è destinata a cambiare in modo sostanziale».

Tra l’altro, qualora si dovesse arrivare al braccio di ferro con Bolzano, il Comune di Appiano è pronto ad andare anche dal Prefetto per impugnare ordinanze immotivate. «In termini di inquinamento non mi pare ci siano i presupposti per adottare misure così drastiche. Gli sforamenti di Pm10, se rapportati alle altre città d’Italia, sono assolutamente sotto controllo. Una città non si può chiudere preventivamente. Quella di Caramaschi sembra una sparata, che peraltro aveva già fatto nei mesi scorsi». Cleva sottolinea come il Comune di Bolzano, con questo giro di vite, sembra volere «la botte piena e la moglie ubriaca». «Penso in particolare all’indotto generato dalle migliaia di pendolari che arrivano in città a lavorare. E non certro per fare shopping».

Molti residenti, anche quelli di lingua italiana, chiedono che a Bolzano si risponda con gli stessi toni. «Durante il fine settimana - sottolinea un noto imprenditore locale - Maso Ronco, Monticolo e Caldaro sono letteralmente invasi da migliaia di bolzanini che vogliono trascorrere in modo spensierato il loro tempo libero. Se dovessimo ragionare con lo stesso metro di Bolzano potremmo proporre un ticket d’ingresso per i mezzi inquinanti che arrivano dal capoluogo. Ma di questo passo non si finirebbe davvero più. I rapporti di buon vicinato dovrebbero essere davvero altro. Misure concordate tra Comuni, anche nel rispetto dell’ambiente. Se qui ci fosse il tram, richiesto da anni, le code si dimezzerebbero».

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