Un caso di Tbc nel «nido» di Salorno 

Un’operatrice della coop è ricoverata nel reparto malattie infettive. Esami del sangue e antibiotici per i 19 bimbi


di Massimiliano Bona


SALORNO. Allarme a Salorno per un caso di «Tbc» registrato nella microstruttura di via Poit che attualmente ospita 19 bambini da 3 mesi a 3 anni. La persona colpita - è bene sottolinearlo - non è un bimbo ma un’operatrice della cooperativa Babel guidata da Nadeem Mohammad (presidente) e Fatima Azil (direttrice didattica), una delle prime mediatrici culturali in Alto Adige. Attualmente in forza alla coop – che fa riferimento a Cooperdolomiti – ci sono quatto educatrici. La dipendente della «Babel» è ricoverata nel reparto malattie infettive dell’ospedale San Maurizio di Bolzano e non in pneumologia, come era stato inizialmente indicato dalla stessa Azienda sanitaria. «Non voglio dire nulla – ha commentato ieri Nadeem Mohammed di Babel – perché ci ha già pensato l’Azienda sanitaria».

Ieri c’è stato un incontro informativo con tutte le famiglie interessate a Salorno ma nel frattempo il Servizio pneumologico dell’Azienda sanitaria ha avviato le misure di profilassi «sulla base delle linee guida indicate dal Ministero della Salute». La stessa Azienda sanitaria tiene a precisare «che non c’è alcun pericolo per i residenti».

Chi ha fatto visita al «nido» di via Poit – bambini, parenti e fornitori – dovrà fare una profilassi mirata per accertarsi di non aver preso la tubercolosi. «Chi è entrato nella struttura assistenziale - prosegue l’Azienda sanitaria - è già fatto l’esame del sangue e i risultati sono attesi nei prossimi giorni. Seguiranno visite pneumologiche, controlli radiologici al torace ma anche cure profilattiche che prevedono la somministrazione di antibiotici a largo spettro per i bambini».

Non servirà, invece, pulire a fondo i locali del nido. «La disinfezione dei locali non si è resa necessaria - sottolinea l’Asl - dal momento che la tubercolosi si trasmette con le goccioline di saliva, esattamente come accade per l’influenza».

Il sindaco Roland Lazzeri assicura che «sono state prese tutte le precauzioni del caso, così come sono stati tranquillizzati tutti i genitori. Non c’è motivo per dare spazio ad inutili allarmismi. A breve sarà tutto risolto grazie ad una profilassi di un paio di mesi: mi risulta che ci siano 19 bimbi e non c’é motivo di preoccuparsi nemmeno in caso di nuove iscrizioni. Il servizio offerto era e resta importante per il paese». La cooperativa Babel ha informato nella giornata di ieri anche Cooperdolomiti, a cui fa riferimento. La conferma è venuta ieri da Andrea Grata. «La nostra direttrice ha avuto le prime informazioni sommarie dalle quali risulta che sono stati attivati tutti i protocolli del caso, d’intesa con l’Azienda sanitaria. Da quanto ho appreso si tratta di un’operatrice della cooperativa, che ora docrà curarsi. Nella struttura, che è apprezzata dagli utenti, lavorano quattro educatrici». Naturalmente per capirne di più sarà necessario attendere l’esito degli esami del sangue. Nel frattempo la microstruttura - sottolinea il sindaco - continuerà ad essere regolarmente aperta.

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