Bassa Atesina

Zanzara tigre, Egna e Salorno studiano le contromosse 

Lotta al ristagno: residenti chiamati a fare attenzione sui balconi ma anche nei cimiteri. La ricerca: diffusione favorita dal trasporto di uova attraverso il commercio di pneumatici usati



BASSA ATESINA. Con l’arrivo della bella stagione e in particolare del gran caldo la Bassa Atesina - con particolare riferimento a Egna e Salorno - si sta attrezzando per combattere la zanzara tigre.

Saranno disinfestati i parchi e gli altri luoghi potenzialmente a rischio ma la Provincia e i Comuni chiedono ai residenti di “fare i compiti a casa” per evitare il proliferare delle uova e degli insetti.

Dal 2013 il Laboratorio biologico dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima monitora da maggio a ottobre la diffusione della zanzara tigre in Alto Adige.

«Dai campionamenti effettuati ad oggi emerge che negli ultimi anni in provincia il numero medio di uova rilevate nelle ovitrappole è aumentato circa di dieci volte», spiega Alberta Stenico, direttrice del Laboratorio biologico. «Il numero medio di uova sembra essere costante dal 2019 nelle stazioni di Merano e Salorno, fino a Varna». Sembra si sia riusciti, almeno nell’ultimo periodo, a mettere un freno, ma il problema è tutt’altro che risolto.

Per limitare la proliferazione della zanzara tigre durante la stagione calda è necessario agire da subito. «Che si tratti di balconi, cortili, giardini, orti, cimiteri o parchi, da maggio ad ottobre bisogna evitare ogni minimo ristagno d’acqua all’aperto», raccomanda l’assessore all’ambiente, Giuliano Vettorato.

La zanzara tigre, infatti, depone le uova nell’immediata vicinanza di piccole raccolte di acqua stagnante. «È importante che l’acqua stagnante presente nei vari contenitori venga svuotata sul prato e non nel tombino o nelle caditoie», sottolinea Alberta Stenico.

Se nell’acqua sono presenti eventuali larve (difficilmente visibili) queste potrebbero raggiungere altre raccolte d’acqua, facilitando in questo modo la diffusione e la proliferazione della zanzara tigre.

Dove non sia possibile evitare i ristagni d’acqua, ad esempio nel caso di tombini o scarichi, è necessario utilizzare prodotti specifici quali i larvicidi a cadenza regolare, da maggio fino a ottobre.

«I larvicidi sono sostanze chimiche o biologiche che inibiscono lo sviluppo delle larve - spiega Alberta Stenico - la loro azione dura da una a quattro settimane. La scelta e l'impiego del larvicida deve essere effettuata con particolare attenzione».

Grazie al Dna è stata ricostruita la storia dell'invasione della zanzara tigre, la Aedes albopictus che negli ultimi 40 anni è arrivata in tutti i continenti, in una delle invasioni animali più efficienti mai registrate, favorita dal trasporto di uova attraverso il commercio di pneumatici usati. Tracciata in particolare l'invasione attraverso Albania, Italia e Grecia.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos Neglected Tropical Diseases, è stata coordinata da Alessandra della Torre, dell'università Sapienza di Roma e Adalgisa Caccone, dell'università americana di Yale. La zanzara Aedes albopictus, che è un vettore per malattie virali come dengue, chikungunya e zika, è originaria del sud-est asiatico.

Per mapparne la diffusione, i ricercatori hanno analizzato il Dna di 70 zanzare "provenienti soprattutto da varie regioni italiane, ma anche da Grecia e Albania. MAX.BO.













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