È morta Lina Bartolomei, la regina del castagnaccio

Lutto in via Torino, con lei se ne va un pezzo di Bolzano. Era arrivata in città con i genitori nel 1936. I commercianti: «La sua pasticceria ha fatto storia»



BOLZANO. Un’altra tessera del mosaico di via Torino si stacca. Ieri si è spenta Lina Bartolomei, anima e cuore della pasticceria che oggi è passata di mano mentre la signora regnava indiscussa nella vicina confetteria.

Si è spenta l’ideatrice del castagnaccio, che i commercianti del quartiere ricordano con indiscusso affetto.

Era il 1936 quando i coniugi Pietro e Argia Bartolomei , appena arrivati a Bolzano da Altopascio, provincia di Lucca, decisero che nella strada della "villette" ci stava proprio bene e che mancava un bar per tutto il rione. Nacque così uno dei simboli di Bolzano che ancora oggi si mantiene inalterato nella memoria e nel presente quotidiano. A mettere il nome di Bartolomei su tutte le bocche cittadine, comunque, fu un tipico dolce toscano che proprio le bocche coccolava: il castagnaccio. E' così che in pochi mesi in via Torino si generò un viavai a tutte le ore, tutti i giorni e in tutte le stagioni, nonostante il dolce si presti meglio, ovviamente, ai mesi autunnali. Chi portava la moglie, chi il figlio e chi se lo fa incartare da portare a casa: il castagnaccio diventò ben presto patrimonio dei bolzanini. Una ricetta che qualcuno cercò pure di riprodurre in casa, non riuscendo a eguagliare la proposta di un bar che nel frattempo diventò per tutti "Al Castagnaccio". Lina Bartolomei , figlia dei coniugi fondatori, ha portato avanti il negozio di bomboniere di fianco al bar. «Una bella storia - aveva raccontato la signora Lina in una recente intervista all’”Alto Adige” - che ci ha permesso di entrare nel cuore di questo rione e ancora oggi essere ricordati. Sono contenta, comunque, che la nuova gestione abbia mantenuto il nome storico».

Il castagnaccio di cui Lina Bartolomei è sempre stata regina assoluta è un piatto "povero" nel vero senso della parola, diffusissimo un tempo nelle zone appenniniche dove le castagne erano alla base dell'alimentazione delle popolazioni contadine.

Dopo un periodo di oblio, iniziato nel secondo dopoguerra e dovuto al crescente benessere, è stato riscoperto e oggi è protagonista, nel periodo autunnale, di numerose sagre e feste. In via Torino è stato protagonista indiscusso per decenni. I commercianti di via Torino ieri si sono passati la voce l’un l’altro. Andrea Zanella - dell’omonimo negozio di abbigliamento - ne ricorda la gentilezza e l’indiscussa umanità: «Perdiamo un personaggio che ha fatto la storia della via e che mancherà molto a tutti».

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