«È ora di cambiare. Deboli sulla sanità»
BOLZANO. Elio Dellantonio, ex primario del Sert, è uno dei candidati alla assemblea provinciale del Pd in appoggio a Uwe Staffler. La scorsa estate Dellantonio lasciò polemicamente il gruppo sanità...
BOLZANO. Elio Dellantonio, ex primario del Sert, è uno dei candidati alla assemblea provinciale del Pd in appoggio a Uwe Staffler. La scorsa estate Dellantonio lasciò polemicamente il gruppo sanità del Pd.
Perché ha deciso di appoggiare Uwe Staffler nella corsa alla segreteria del Pd?
«Mi sono convinto che al Pd serva un robusto segnale di discontinuità, rispetto alla politica portata avanti negli ultimi anni. Un certo rinnovamento ai vertici non guasterebbe. Bisogna fare lavorare gli organismi del partito, a partire dalla assemblea provinciale, che non hanno brillato per incisività. Le decisioni vanno prese in un gruppo più vasto, dalla linea politica alle nomine. E soprattutto il Pd deve essere frequentato da più persone. Uwe Staffler come segretario potrebbe garantire questo cambiamento. Mi fido della sua impostazione».
Perché? In campagna elettorale tutti largheggiano nelle promesse.
«Da anni Staffler sostiene che il Pd deve garantire una maggiore partecipazione e che la linea politica deve essere decisa insieme agli iscritti. Poi spetta agli organismi dirigenti portarla avanti, ma prima si decide insieme. Staffler ha anche annunciato che intende collaborare con l’altro gruppo, in caso di vittoria. Sta dimostrando anche di essere molto attento alla tutela del gruppo italiano. Quando dice che gli italiani sono costretti ad accontentarsi delle briciole, immagino che da segretario avrebbe la forza di portare avanti questi argomenti con la Svp».
Perché aveva lasciato il gruppo di lavoro del Pd sulla sanità?
«Non c’era la possibilità di incidere. Mi sono reso conto che i vertici del partito non volevano disturbare i manovratori, cioè la Svp. Non si è voluto mettere sul piatto richieste forti sulla sanità. Con un paradosso, tra l’altro».
Quale?
«Credo che a una parte della Svp avrebbe fatto comodo trovare nel Pd un sostegno per portare avanti alcune visioni sulla sanità. Invece nella riforma sanitaria il Pd ha preferito non avere un ruolo».
E l’ospedale di Bolzano soffre.
«Non c’è solo il tema di Bolzano, che in base alla popolazione si ritrova con meno posti letto di Bressanone. La riforma sanitaria dovrebbe puntare sulla centralità dei territori, cioè sulla medicina di base e la medicina ambulatoriale specialistica. L’esplosione dei costi e lo sviluppo della tecnologia non consentono più la vecchia impostazione che vedeva sette ospedali in concorrenza tra loro. L’Alto Adige ha bisogno di un polo centrale, Bolzano, tre poli ospedalieri intermedi, alcune eccellenze in periferia gli altri tre ospedali riconvertiti come poli riabilitativi e per post acuti. (fr.g.)
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