È scomparso Sebastiani, il «duro» dell’industria

È stato per 25 anni vicedirettore di Assoimprenditori. Il ricordo di Valentinelli Serafini (Uil): «Godeva di grande stima, perché era molto preparato»



BOLZANO. Competente e determinato: due caratteristiche queste che, nei 25 anni in cui ha lavorato ad Assomprenditori come vicedirettore, gli hanno fatto guadagnare la stima e il rispetto sia degli industriali che dei sindacati. Per questo nelle parole di chi come Enrico Valentinelli, già presidente dell’associazione, e Toni Serafini, segretario provinciale della Uil, c’è commozione vera - non quella di circostanza - quando parlano di Antonio Sebastiani, 74 anni, scomparso ieri dopo una breve malattia.

Nato ad Asmara, in Eritrea, nel 1940, si era laureato in giurisprudenza all'università di Padova. Dopo un'esperienza di un paio d’anni nel mondo della scuola, era stato assunto nel 1969 dall'Associazione degli industriali. Promosso dirigente nel 1980, tre anni dopo era vice direttore. Nel ’99 era entrato nel Comitato di coordinamento del corso di Ingegneria alla Lub ed è stato vice presidente della Federmanager di Bolzano. Nel 2006 aveva ottenuto l’onorificenza di maestro del lavoro.

Valentinelli era legato a Sebastiani da una lunga amicizia: «Cresciuto alla scuola di Ricci, Antonio era la spina dorsale delle relazioni industriali. Come vicedirettore ha condotto trattative importanti negli anni ’70, quando le relazioni sindacali non erano quelle di oggi. I sindacati però lo rispettavano perché gli riconoscevano competenza e autorevolezza».

Aveva, tra le altre cose, una competenza specifica per quanto riguarda i lavoratori impegnati nel mondo dei trasporti a fune, tanto che aveva siglato il primo contratto nazionale dei funiviari.

«Inoltre - spiega ancora l’ex presidente di Assoimprenditori - ha costituito e avviato il fondo integrativo regionale, il Laborfond, che è il terzo pilastro della pensione complementare».

Quindi l’attenzione alla formazione dei lavoratori: «Nel 2004 - ricorda Serafini - aveva costituito Fondimpresa, mettendo intorno ad un tavolo sindacati e imprenditori, per la formazione appunto. Era uno che non mollava mai. Competente, determinato, però anche aperto al dialogo».

Ma la cosa di cui Sebastiani andava probabilmente più fiero era l’accordo con il Politecnico di Torino per l’avvio del corso, presso l’Università di Bolzano, di Ingegneria industriale meccanica. Obiettivo: rispondere alla carenza di ingegneri di cui ancora oggi soffrono molte aziende altoatesine.

Sua anche l’idea di dare vita al programma “Studenti in attività”, premiato nel 2003 dalla Fondazione Giuseppina Mai di Confindustria. Grazie a quel progetto gli studenti di Ingegneria logistica, della produzione e informatica svolgono parte dello studio in università e parte in azienda, dove vengono seguiti da un tutor.

In più occasioni, alla vigilia delle consultazioni elettorali, hanno cercato di convincerlo a candidarsi, ma Sebastiani ha sempre declinato l’invito. Negli ultimi anni viveva tra Bolzano e Bressanone, città d’origine della moglie Edith Messner.

I funerali si svolgeranno domani, giovedì alle ore 18 nella nuova cappella del cimitero di Bressanone.

Oltre alla moglie, lascia la figlia Valeria. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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