25 aprile, Bolzano non dimentica

Bolzano. La scommessa aveva un titolo, «25 aprile festa popolare». Fare della festa della liberazione dal fascismo e dal nazismo un evento per tutti, andare oltre alla doverosa cerimonia di...


Francesca Gonzato


Bolzano. La scommessa aveva un titolo, «25 aprile festa popolare». Fare della festa della liberazione dal fascismo e dal nazismo un evento per tutti, andare oltre alla doverosa cerimonia di deposizione delle corone nei luoghi simbolo che ricordano le vittime, che fossero militari, civili e partigiani. Una festa, anzi due feste, quelle organizzate ieri pomeriggio a Don Bosco e sui prati del Talvera. Il debutto è stato un successo e gli organizzatori dicono: «Era quello che serviva. Diventi un appuntamento fisso per il 25 aprile». Lo dicono all’Anpi, all’Auser, al circolo della Visitazione, solo alcuni degli organizzatori delle feste. E al mattino, un unico corteo, invece dei due tradizionali (sindaco e vicesindaco), una rincorsa da un sito all’altro per chi voleva esserci. «Forse da ripensare», così sia il vicesindaco Christoph Baur che il presidente dell’Anpi Guido Margheri. Ma anche in queste tappe ufficiali ieri, un po’ di persone in più e discorsi sentiti «su ciò che è accaduto e sulle ombre che ancora ci rincorrono», così il sindaco Renzo Caramaschi. Ci sono stati i fiori (forse) deposti davanti alla tomba di Michael Seifert e lo striscione fascista Milano. Per la prima volta, su indicazione del presidente Mattarella, in piazza Adriano è stato suonato l’inno d’Italia. Perché la storia non si riscrive, ammonisce Mattarella.

Le feste nei quartieri

La prima sorpresa è stata degli stessi organizzatori delle feste a Don Bosco e sui prati del Talvera. Il Comune ha dato il patrocinio è stata curata dai sindacati e da oltre quindici associazioni. Oltre duecento persone dalle 16 in poi in piazza Don Bosco, soprattutto anziani del quartiere. «Così tanti non ce li aspettavamo», sorride Elio Fonti (presidente Auser). Trippa, polenta e salamelle, ballo liscio, ma non è stata una sagra. «Volevamo che fosse una festa per la liberazione, quello che mancava», spiega Margheri. Ecco allora il Coro Bella Ciao con le «canzoni resistenti» e le letture dell’attrice Flora Sarrubbo, tratte dallo spettacolo «Il fascismo spiegato ai fascisti». Il coro e l’attrice si sono spostati poi sui Prati del Talvera.

I luoghi della memoria

«Una presenza molto significativa», Caramaschi ha ringraziato Arno Kompatscher. Il presidente provinciale prosegue nella sua operazione di coinvolgimento forte sul 25 aprile. Ieri ha partecipato a tutte le tappe, insieme alle autorità civili e militari. Come detto, su indicazione del Quirinale, in tutta Italia è stato eseguito l’inno nazionale: a Bolzano in piazza Adriano. Qualche mormorio da parte della sinistra, Kompatscher non ha cantato. Poi è partita come sempre «Bella ciao». Al cimitero ebraico di Oltrisarco raccoglimento davanti al monumento alla vittime della Shoah. Elisabetta Rossi Borenstein, presidente della comunità ebraica meranese, ha recitato «l’anno prossimo a Gerusalemme», la promessa che ci si scambia durante la Pasqua ebraica, che cade in questi giorni: «E che sia un anno senza razzismo e senza dittature, che si possa stare diversi, ma insieme». Da Caramaschi al muro del Lager un discorso in italiano e tedesco: «Dobbiamo ricordare con il cuore, non nascondere, raccontare ciò che è accaduto, le cui ombre ci rincorrono. Il 25 aprile ci ha portato la libertà. Questa terra, che ha subito due dittature, è diventata un esempio di convivenza, contro i nazionalismi, i sovranismi». Kompatscher ha parlato di ombre e di colpe: «Anche in questa terra ci sono stati coloro che hanno lottato per la libertà e c’è stato chi ha fatto parte dell’orrore». Poi l’appello a un mese dal voto: «L’Unione europea è stata la risposta al nazionalismo e alla guerra. Chi dice che l’Ue deve cambiare, la vuole smantellare. La risposta ai problemi non sono i sovranismi». Margheri si scaglia contro «i nuovi fascismi, e ricordiamo che è un reato».

Chi c’era, chi non c’era

Salvini ha disertato il 25 aprile. la Lega di governo (provinciale) ieri c’era, anche se a ranghi ridotti: qualche tappa a testa per il vicepresidente Giuliano Vettorato e il capogruppo Carlo Vettori. L’assessore Massimo Bessone e Rita Mattei li hanno aspettati all’inaugurazione della Fiera del tempo libero. «Molte persone sono morte per la libertà, è giusto rendere loro onore», così Vettorato.

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