25 aprile diviso, il centrodestra non raccoglie l’appello di Spagnolli

Il sindaco rilancia: «Basta divisioni sulla festa della Liberazione». Fli e Unitalia accusano:troppe bandiere rosse



Bolzano ha festeggiato il 67° anniversario della liberazione, ma è stato ancora una volta un 25 aprile diviso. Si era augurato una giornata diversa il sindaco Luigi Spagnolli, che alla vigilia aveva invitato gli esponenti del centrodestra a partecipare alle diverse tappe dei cortei che ricordano i luoghi più sensibili della liberazione in città. Giorgio Holzmann (Pdl) per la prima volta ha seguito la deposizione della corona al corpo d’armata, davanti alla lapide dedicata a Manlio Longon e Giannantonio Manci, ma ribadisce: «Non potrà esserci riconciliazione finché si divideranno ancora i morti in buoni e cattivi».

Holzmann chiede un riconoscimento per i «ragazzi di Salò, morti per un comando, perché arruolati, o per un ideale». Alessandro Urzì (Fli) e Luigi Schiatti (Unitalia) contestano le «bandiere rosse di partito» presenti alle cerimonie. Guido Margheri (Sel) incalza la giunta: «Basta con queste corse frettolose da una lapide all’altra.Il 25 aprile merita oggi più che mai un impegno convinto».

Davanti al muro del lager Spagnolli archivia la giornata ribadendo il proprio messaggio: «Sono felice per tutti voi che avete partecipato. Un po’ meno per chi non ha voluto esserci». Il vicesindaco Klaus Ladinser mette in chiaro: «Non capisco le polemiche. Siamo qui per ricordare che il 25 aprile sono finite due dittature, fascismo e nazismo. E’ la cosa più importante».













Altre notizie

Attualità