A Bolzano apre MediaworldComincia l'era dei centri commerciali

Con l'inaugurazione del megastore dell'elettronica al Twenty sono almeno sei i centri acquisti sorti o progettati negli ultimi tempi in provincia



BOLZANO. Apre Mediaworld. È l’inaugurazione di fatto del Twenty, il centro commerciale realizzato dai Podini in via Galilei (quella ufficiale è in programma tra una settimana). E mentre a Bolzano si litiga sul megastore in zona produttiva, nel resto della Provincia i grandi complessi commerciali si moltiplicano. Se il megastore all’interno della cittadella dello sport a Laives per ora è un’ipotesi, dal Brennero fino a Egna in questi anni hanno già aperto almeno cinque altri megastore. Tutti nati tra le polemiche (dal Dob al Brennero al Maxi Mode Center di Varna senza dimenticare il Centrum di via Galvani a Bolzano), come del resto il Twenty. I commercianti sono preoccupati, mentre esultano i consumatori: «Giusto dare spazio agli imprenditori che investono». La Provincia intanto assicura: «Non ci sarà uno sviluppo selvaggio della grande distribuzione».
Divise sul centro commerciale di via Galilei, le associazioni di categoria dei negozianti si ritrovano unite nel contestare i nuovi megastore in periferia: «Furberie», li definisce Sacco della Confesercenti. E il presidente dell’Unione Amort ribadisce: «Alcune di queste strutture sono nate senza rispettare la legge».
Se i venti anni di ricorsi su via Galilei sono un’eccezione paragonabile solo all’infinita battaglia legale sul MeBo-Center di Ponte Adige, anche altri megastore sono nati tra le polemiche. A Varna l’hanno spuntata i costruttori del Maxi Mode Center, e anche a Vandoies il Tar ha respinto il ricorso dell’Unione commercio contro l’ampliamento dell’area Lodenwelt. A Lagundo invece si discute ancora (attualmente sono quattro le licenze commerciali concesse dal Comune) ed è freschissima la diatriba sorta attorno al progetto del nuovo stadio di calcio di Laives, all’interno del quale il presidente dell’Fc Alto Adige Baumgartner vorrebbe riservare spazi per 5 mila quadrati al commercio. Nel novembre del 2007 ha intanto aperto i battenti quello che ad oggi si può definire come l’unico “vero” centro commerciale altoatesino, il Dob al Brennero (23 mila quadrati di superficie complessiva).
L’Unione commercio ha cercato di opporsi in tutti i modi e continuerà a farlo, assicura il presidente Walter Amort: «Troppe strutture sono nate al di fuori del contesto giuridico. Questo sviluppo ci preoccupa, ci chiediamo che intenzioni ha la politica. È chiaro che se saranno liberalizzate le zone produttive, il commercio si sposterà lì. E le conseguenze? Perderemo i negozi nei centri abitati, perderemo la varietà dell’offerta garantita dai piccoli commercianti, perderemo attrattività per chi viene da fuori. In compenso avremo strade piene di negozi di souvenir e una minore concorrenza, con le grandi catene a farla da padrone».
Domenico Sacco, presidente della Confesercenti, è sulla stessa linea: «Non c’è dubbio, i megastore stanno diventando troppi. Soprattutto, molti sono nati senza una programmazione. Se il megastore dei Podini è adatto ad ospitare un centro commerciale, lo stesso non si può dire delle altre strutture. Lo schema è sempre lo stesso: affiancare a un supermercato una serie di altri negozi. Ma se lo sviluppo non è programmato, è pericolosissimo. A Varna, per fare un esempio, in paese non c’è più un negozio. In questo modo non si aiuta nessuno, né i negozianti né i consumatori».
Thomas Widmann, assessore provinciale al commercio, non ci sta a passare per colui che ha permesso lo sviluppo incontrollato delle grandi strutture di vendita: «Facciamo chiarezza. I permessi per il megastore dei Podini non sono firmati da me e comunque sono in gran parte concessi dal Comune di Bolzano. Stesso discorso per il Centrum di Tosolini in via Galvani. A Lagundo faremo il possibile per evitare la realizzazione di un centro commerciale e a Laives la superficie disponibile per il commercio è al massimo di 2.000 metri quadrati, anche se Baumgartner ne vorrebbe almeno 5.000». Widmann prosegue citando altri dati: «Il nuovo piano commerciale per la grande distribuzione non ha praticamente più aree disponibili. Questo significa che per i prossimi cinque anni non sarano concesse nuove licenze per la grande distribuzione. E questo nonostante il fatto che in Provincia siano già arrivate domande per ulteriori 50 mila metri quadrati. Sono tutte bloccate e lo resteranno anche in futuro, perché quello di mantenere l’equilibrio tra piccole, medie e grandi strutture di vendita è un obiettivo per il quale continuerò a battermi». Eppure sembra che la grande distribuzione abbia ottenuto più spazio in questi anni: «Ma la realtà - replica Widmann - non è questa. A parte il fatto che dobbiamo venire incontro anche alle esigenze dei consumatori, che chiedono a gran voce le grandi strutture, i numeri dicono un’altra cosa. Anche se i centri di Podini e Tosolini arrivassero a 20 mila metri quadrati di superficie e aggiungendoci i duemila metri di Laives, le superfici di Lagundo e di Varna, alla fine avremmo in tutto 50.000 metri quadrati a fronte di una superficie di vendita complessiva di 700 mila metri. È il 7%, non mi sembra il caso di creare il panico».

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