A Bolzano impossibile un “caso Fiorito”

Bilancio dell’aula a 7,3 milioni di euro e contributi ai gruppi per 774 mila euro l’anno con rendiconto e pubblicazione


di Orfeo Donatini


BOLZANO. Tesorieri dei partiti fedifraghi - dal caso Lusi della Margherita a quello di Belsito della Lega Nord e buon ultimo Fiorito del Pdl del Lazio - ma anche autoblù a raffica, e spese dei gruppi consiliari delle Regioni di fatto milionari quanto fuori controllo. Questo il panorama offerto anche dalle ultime inchieste della magistratura a Roma dopo quanto è emerso nella gestione del consiglio regionale del Lazio. Ma a Bolzano come funziona invece l’assemblea legislativa provinciale?

I consiglieri sono 35 - ma in Lazio sono 70, in Sicilia 90 ed in Lombardia 80 - ed i gruppi politici in aula sono undici, alcuni nati anche da scissioni delle forze politiche presentatesi al voto nell’autunno del 2008.

Complessivamente il bilancio che il presidente Mauro Minniti con la sua vice Julia Unterberger ha presentato all’approvazione dell’aula si assesta per il 2011 su 7.303.920 euro. E buona parte della spesa viene assorbita dai costi del personale che è di sessanta unità. Le autoblù invece sono solo due - una Mercedes del 1998 ed un’Audi del 2010 - a disposizione della presidenza, anche se usate raramente e con grande parsimonia.

Resta invece per tutti i consiglieri il rimborso chilometrico di 0,60 euro a chilometro per coprire le spese delle loro trasferte dall’abitazione al palazzo del consiglio in occasione delle riunioni dell’assemblea o delle commissioni. In più ogni consigliere ha a disposizione un tetto massimo di 8.000 chilometri all’anno (40 mila nella legislatura) per le attività politiche sul territorio: un “benefit” di circa 25 mila euro nel mandato quinquennale non obbligatoriamente da certificare.

Ma la giunta provinciale ha abolito dal prossimo gennaio il contributo ai suoi dipendenti pendolari.

Il dato più interessante del bilancio del consiglio provinciale è tuttavia quello relativo ai contributi che vengono girati mensilmente ai diversi gruppi politici consiliari: il calcolo si basa su una quota fissa di 2.900 euro alla quale si aggiunge poi una quota variabile di 900 euro per ogni consigliere iscritto al gruppo.

E allora eccole le cifre: al gruppo della Svp guidato da Elmar Pichler Rolle che conta 18 consiglieri vanno annualmente 294.869 euro; ai Freiheitlichen di Pius Leitner 112. 959 euro; ai Verdi di Riccardo Dello Sbarba 52.286 euro; alla Südtiroler Freiheit di Eva Klotz 48.939; ad Unitalia di Donato Seppi 37.605 euro; al Pd di Roberto Bizzo 46.761 euro; alla Lega Nord di Elena Artioli 37.083 euro; alla Bürger Union für Südtirol di Andreas Pöder 37.075 euro; al Pdl per Berlusconi di Maurizio Vezzali 37.002 euro; a Futuro e libertà di Alessandro Urzì 37.002 euro e al Pdl di Mauro Minniti 33.305 euro. Per un totale annuo di 774.886 euro.

Sulla gestione di questi fondi per regolamento deve essere redatta una sommaria dichiarazione di bilancio annuale che poi viene pubblica sul Bollettino ufficiale e d’ora in poi sul web con un risparmio di circa 8 mila euro per le spese di stampa.

Spulciando fra questi bilanci sommari di spesa si scopre poi che spesso la maggior parte dei costi è legato al personale di segreteria dei gruppi: la Svp spende 98 mila euro l’anno, il Pd 28 mila, i Freiheitlichen 80 mila; i Verdi 26 mila ; Südtiroler Freiheit 59 mila e Unitalia 14 mila. Chi spende di più per libri e giornali è Mauro Minniti del pdl con oltre 4 mila euro seguito da Elena Artioli della Lega Nord e da Pichler Rolle della Svp con circa 3 mila euro l’anno ciascuno. Poi vi sono le voci per appuntamenti pubblici , consulenze, spese amministrative e conferenze stampa il più delle volte non precisate e raggruppate in una voce complessiva.

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