A Caldaro sono sbarcati i gamberetti d’acqua dolce

Li ha rinvenuti l’ufficio caccia e pesca: è il ritrovamento più a nord di sempre Trasparenti, vivono tra i canneti e si nutrono di alghe e organismi animali morti



BOLZANO. Dopo le meduse d’acqua dolce, rinvenute l’anno scorso dai sub bolzanini al lago di Monticolo, ora è la volta del gambero d’acqua dolce. Come rende noto la Provincia autonoma di Bolzano, alcuni collaboratori dell'ufficio provinciale caccia e pesca hanno trovato per la prima volta un nuovo tipo di crostaceo nel lago di Caldaro. Si tratta del rinvenimento più a nord mai effettuato di questo tipo di crostaceo d’acqua dolce.

Utilizzando grandi reti e la cosiddetta pesca elettrica i dipendenti dell'ufficio caccia e pesca della Provincia di Bolzano nei giorni scorsi hanno effettuato una approfondita rilevazione della popolazione ittica presente nel lago di Caldaro.

Oltre a numerose specie di pesci già note agli idrobiologi provinciali, gli operatori hanno trovato un nuovo tipo di crostaceo: si tratta del gamberetto d'acqua dolce europeo (Palaemonetes Antennarius), grande fino a cinque centimetri, che può essere rinvenuto in diverse acque della penisola.

Finora il luogo più a nord in cui era stata rilevata la presenza di questa specie di gamberetto d’acqua dolce era il lago di Garda, un centinaio di chilometri più a sud.

In Alto Adige questo tipo di crostace, dunque, non era stato ancora visto.

Come spiegano gli esperti dell’ufficio caccia e pesca della provincia, il gambero ha un aspetto quasi trasparente, vive tra i canneti e si nutre di alghe e organismi animali morti.

Il lago di Caldaro sembra essere un habitat adatto per il crostaceo, che ama le acque con temperature miti.

Questo tipo di indagini vengono effettuate, in base alla direttiva quadro sulle acque dell’Ue, ogni sei anni. Nei precedenti rilevamenti effettuati dall'ufficio caccia e pesca nel 2010 i gamberetti non erano stati individuati.

Come il crostaceo sia arrivato al lago di Caldaro non è stato ancora chiarito. Una spiegazione plausibile potrebbe essere che durante gli inserimenti nel lago di altri pesci il gamberetto fosse una sorta di passeggero "clandestino" introdotto nelle acque involontariamente.

Ancora indefinito è il ruolo svolto da questo tipo di gamberetto nell'ecosistema del lago di Caldaro. Non sono previsti, comunque, effetti negativi per la biodiversità. Succede invece, talvolta, che specie non autoctone siano liberate in natura da proprietari di animali domestici irresponsabili e questo può avere conseguenze gravi. «Quindi - afferma il direttore dell'ufficio caccia e pesca, Luigi Spagnolli - per tutelare l'ecosistema in nessun caso si possono liberare in natura animali non autoctoni».

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