A casa Niederwieser si vive di pallamano

Michael e Anika: il papà allenatore, la figlia giocatrice



di Francesco Servadio

BRESSANONE. La pallamano fa parte del loro dna da più generazioni e ne hanno “scritto” alcune tra le pagine più belle. Prima di diventare allenatore della Forst, Michael Niederwieser (classe 1965) è stato la “saracinesca” di Merano e Bressanone, oltre che della Nazionale.

Sua figlia Anika, diciannovenne, 184 centimetri di altezza, è considerata il maggior talento della pallamano italiana. Medaglia di bronzo ai recenti Campionati Europei di beach handball (“Che soddisfazione battere le campionesse del Mondo della Norvegia nella finale per il 3º/4º posto!”), Anika si trasferirà a Roma a partire dalla prossima stagione. Con due obiettivi: la qualificazione ai Mondiali del 2016 e il conseguimento della laurea in ingegneria gestionale.

“Da bambina assistevo come spettatrice alle partite in cui giocava papà. Ancora oggi, quando sono libera, lo seguo nella sua attività di allenatore”, dichiara la giovane terzino sinistro. Che però preferisce imparare da sola: “A volte accetto i suoi consigli. Ma io voglio fare di testa mia”. “Ha scelto lei la pallamano”, precisa papà Michael. L’attuale coach brissinese ricorda quando tutto ebbe inizio: “Mia mamma giocava in Germania, una mia sorella in Svezia e in Nazionale. Pure mio fratello è stato giocatore Azzurro con trenta presenze all’attivo”.

Una famiglia di pallamanisti, insomma. Eppure, Michael si è avvicinato a questo sport per caso. “Facevo il portiere di calcio, quando un giorno il mio presidente mi disse che si era dimenticato di tesserarmi per la stagione successiva. Così mi dirottai sulla pallamano”. Invece Anika ha praticato Yoseikan e volley.

Alla ragazza, tuttavia, piaceva il gioco duro: “Nella pallamano esiste il contatto fisico e qui ho trovato la mia dimensione ideale". La figlia del grande Michael non resterà in Alto Adige. Dopo la promozione in A2 con la Forst e il bronzo agli Europei di beach di Umago (che le è valso l’accesso ai Mondiali), Anika entrerà nel gruppo della Nazionale che ambisce a qualificarsi per i Mondiali del 2016. “A Roma è nato un progetto riservato a tutte le giocatrici italiane. Per questo ho deciso di trasferirmi nella capitale, dove giocherò per la Figh Roma in A1”.

Riguardo alla possibilità di giocare all’estero, la fuoriclasse altoatesina risponde: “Fino a giugno avevo preso in considerazione l’eventualità. Ho ricevuto un’offerta dallo Stoccarda, ma ho preferito quella di Roma, che mi permetterà di rimanere a stretto contatto con la Nazionale. Vorrei partecipare ai Mondiali, perciò andrò lì”.

Non sarà facile, per la Forst, trovare la sostituta di Anika. “A Bressanone, però, è stato svolto un ottimo lavoro con i giovani. Sono convinta che l’Alto Adige potrà tagliare traguardi importanti”, sostiene la giocatrice. Che il 7 agosto partirà per l’Ungheria, dove inizierà la preparazione con la Roma: vi resterà fino al 18. Anika, che dedica il suo tempo libero agli amici e allo studio, trae ispirazione dal terzino sinistro/centrale Aron Palmarsson, che gioca per il Thw Kiel, nella Prima Divisione della Bundesliga. In Italia, però, ha “occhi” solo per Alessandro Tarafino.

La “piccola” Niederwieser sembra già una veterana: ha esordito con la Nazionale ai Giochi del Mediterraneo 2009 e nell’aprile scorso agli Europei, si è guadagnata il titolo di miglior giocatrice. E’ lontano il tempo in cui papà Michael conquistava le medaglie di bronzo e d’argento con l’Italia ai Mediterranei del’91 e del’97.

“Il livello era molto elevato. Quando è nata l’Elite, invece, si è puntato di più sugli “stranieri”. E’ significativo il fatto che, oggi, uno come Tarafino a 40 fa ancora la differenza”, racconta il mister. Perché, allora, un giovane dovrebbe giocare a pallamano? “Perché è uno sport spettacolare. Per chi ha talento potrebbe diventare una professione”.













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