A piedi sui binari, in fuga dall’Africa verso Monaco

Il ragazzo di 17 anni, arrivato coi barconi, camminava sulla massicciata Allarme lungo la linea ferroviaria del Brennero: bloccati i treni per 50 minuti


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Monaco di Baviera. Per quel ragazzo di 17 anni che ha lasciato il suo passato in Egitto e su un barcone un giorno di alcuni mesi fa è approdato ad Agrigento in Sicilia, il nome della città germanica era diventato un chiodo fisso. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per raggiungerla, nella convinzione che lì avrebbe potuto costruirsi un futuro: studiare, trovare un lavoro. In una parola: ricominciare.

Un sogno dunque, che giustifica anche un gesto che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche.

L’allarme è scattato alle 13.30 di giovedì, quando il coordinatore di Verona segnala a Vincenzo Tommaseo, comandante della polizia ferroviaria (Polfer) di Bolzano, che c’è una persona che sta camminando, in direzione nord, lungo la linea ferroviaria del Brennero. Non è uno che vuol farla finita, bensì uno che cerca di raggiungere una nuova vita, andando verso nord.

Ma non può permettersi di salire sul treno, perché non ha un cent: in tasca solo un permesso di soggiorno e una richiesta di asilo. E comunque teme di essere bloccato al Brennero e respinto.

Cammina spedito lungo i binari, senza rendersi conto del pericolo che sta correndo, o forse lo sa perfettamente, ma quando si è imparato a vivere in situazioni disperate, non si ha più paura di nulla.

Ai macchinisti viene dato l’ordine di rallentare e contemporaneamente una pattuglia della Polfer arriva a Cardano. Il traffico ferroviario viene bloccato in entrambe le direzioni per 50 minuti, per consentire a due poliziotti di entrare in galleria.

Il tunnel viene illuminato a giorno, ma del giovane non c’è traccia. Lo trovano a Prato Isarco: addosso un paio di jeans e un giubbotto leggero. Sta andando verso nord, perché gli hanno detto che Monaco è in quella direzione.

Lo accompagnano negli uffici della Polfer, dove gli danno da mangiare. Lui, in un italiano stentato, dice che non pensava di fare nulla di male camminando lungo i binari. I poliziotti gli spiegano che oltre ad essere pericoloso, quello che ha fatto è un reato (Interruzione di ufficio o servizio pubblico o servizio di pubblica necessità è il titolo dell’articolo 340 del codice penale), il ragazzo ascolta, però non si preoccupa più di tanto, anche perché lui in Italia non ci vuol stare, la sua meta - ripete - è la Germania.

La Polfer comunque segnala quanto accaduto alla Procura dei minorenni che provvede a sistemare il diciassettenne egiziano nel centro per minori stranieri non accompagnati gestito da Volontarius, in via Roma.

I responsabili della struttura lo accolgono e gli spiegano che già dal giorno successivo verrà inserito nel percorso pedagogico, previsto appunto per i minori non accompagnati. Il giovanissimo egiziano annuisce, però nella struttura di via Roma resta solo il tempo strettamente necessario per lavarsi e rifocillarsi.

La mattina dopo al corso di italiano non si presenta. Ha un sogno da realizzare: è il motivo per cui ha lasciato la sua “prima” vita in Egitto ed ha rischiato il tutto per tutto su un barcone carico di disperati.

Venerdì pomeriggio quel ragazzo con il giubbotto leggero viene notato su un treno al Brennero, mentre cerca di passare il confine. Questa volta ce l’ ha fatta e forse adesso è a Monaco dai parenti: pronto a ricominciare.













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