A22 in tunnel: il partito dei favorevoli 

Pd spaccato sullo spostamento dell’autostrada, ma la maggioranza in consiglio sta con il sindaco: «Io vado avanti»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Io vado avanti e appoggio in pieno il piano del presidente Kompatscher che è quello di spostare l’autostrada in galleria usando l’attuale tracciato come tangenziale: è l’unica soluzione che consente di liberare definitivamente Bolzano da traffico e inquinamento». Attaccato da una parte del Pd - dall’architetto Carlo Bassetti all’ex assessora all’urbanistica Chiara Pasquali, all’ex segretario del partito Antonio Frena -il sindaco Renzo Caramaschi, che ha passato il primo giorno del nuovo anno dedicandosi alla stesura del suo settimo romanzo (titolo provvisorio L’asino di Cherso), sa di poter contare sulla maggioranza che in consiglio comunale, in autunno, ha votato compatta il Dup.

Il documento unico di programmazione prevede espressamente di “verificare le condizioni tecniche, finanziarie e politiche per spostare il tracciato dell’A22 in galleria”; in caso contrario si punterà appunto su piano B, ovvero sulla variante alla statale 12.

«Non capisco l'uscita di Carlo Bassetti - scrive il consigliere comunale del Pd Carlo Visigalli in un post su facebook -: lo spostamento dell'A22 fa parte del programma del Pd comunale. Se ha idee diverse da quanto espresso fino ad ora si confronti con il gruppo. Io resto dell'idea che si sbagli e che il mettere l'autostrada in galleria sia una priorità. È la principale fonte di inquinamento del capoluogo».

A fianco del sindaco anche il consigliere Claudio Della Ratta: «Posso capire la preoccupazione dell’assessore Tommasini, che si è impegnato per la variante della strada statale 12 in galleria, da Maso della Pieve a Bolzano Nord, ma sto con il sindaco, quando osa provare a portare avanti invece il progetto che sta più a cuore ai cittadini che amministra, cioè lo spostamento del tratto cittadino dell'A22 sotto il Colle».

Infastidito per l’uscita dell’architetto Bassetti, assessore ombra all’urbanistica del Pd, anche l’assessore Sandro Repetto che alle esternazioni sui giornali avrebbe preferito un incontro all’interno del partito sulle grandi opere. Cosa che non si fa, perché non c’è feeling tra Caramaschi e il Pd, il partito che “obtorto collo” lo ha appoggiato alle elezioni comunali. «Quella di mettere l’A22 in galleria - ricorda Repetto - non è un’invenzione del sindaco, ma il piano di Kompatscher che il Comune sostiene».

Il rischio è che le eterne divisioni sulle grandi opere finiscano - come è già successo in passato - per dirottare su altri Comuni le risorse e il risultato è sotto gli occhi di tutti: anche il paese più piccolo dell’Alto Adige oggi ha varianti, gallerie, sottopassi, mentre Bolzano a livello di viabilità - e non solo per quella - è all’anno zero.

«Io - ripete il sindaco - lavoro per tradurre i sogni in realtà».

Il dubbio è che quello di Caramaschi sia una sorta di libro dei sogni difficile da realizzare, sia per i costi - si parla di interventi da milioni di euro - sia per il fatto che a Bolzano ci sono voluti 10 anni solo per realizzare la pista ciclabile a Firmian.

Solo il tempo potrà sciogliere i dubbi, intanto non si può che immaginarla la città dei prossimi 10 - 20 di cui Caramaschi punta a creare le premesse.

Di concreto c’è l’operazione Benko sull’area compresa tra via Garibaldi, via Alto Adige, via Perathoner, via Stazione che partirà dalla prossima settimana con l’avvio dei lavori per spostare, provvisoriamente, via Renon all’interno del muro dove attualmente c’è il deposito ferroviario. Il piano prevede l’abbattimento dei palazzi, dell’ex hotel Alpi e della stazione delle autocorriere: lì sorgeranno un centro commerciale, bar, ristoranti, uffici e appartamenti di lusso. Di fronte c’è l’areale ferroviario: 47 ettari dove la città potrà espandersi una volta spostati i binari. Un affare da milioni di euro di cui si parla da anni. Caramaschi spera di firmare l’accordo di programma a Pasqua ed effettuare la gara a livello internazionale che punta a cercare un investitore unico entro la fine dell’anno. Lì dove oggi sfrecciano i treni ci saranno case, uffici, negozi, alberghi, un grande centro culturale, una piscina coperta da 50 metri. Entro l’anno poi si dovrebbe conoscere il destino del Virgolo, il polmone verde a due passi dal centro, abbandonato da anni dai bolzanini e diventato posto di ritrovo degli sbandati: l’immobiliarista austriaco ha già il progetto per farci un albergo e una funivia da piazza Verdi. Caramaschi punta ai 4-5 ettari di verde che potrebbero diventare un grande parco.

Entro il 2019 a Bolzano si arriverà dall’Oltradige con il metrobus, in quanto sarà completata la corsia preferenziale per l’autobus che parte da Caldaro e arriva in stazione. L’obiettivo più ambizioso è però rappresentato dal tram: dopo anni di no, adesso la Provincia è pronta a sostenere il progetto.















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