A22, ora è scontro tra Lega e Toninelli 

Il governatore trentino attacca il ministro: «No a ingerenze centraliste» Gli autotrasportatori: «Colpa del blocco austriaco che ci ha messo fretta»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. L'A22 sta diventando un doppio ring. Il primo è pianamente politico. E qui va in scena l'ennesimo scontro tra Lega e 5Stelle. Col ministro Toninelli, che ieri ha fatto passare in secondo piano la ricerca delle cause del caos sotto la neve, a definire quelli autostradali dei “comitati d'affari” minacciando per Autobrennero “meno dividendi e più pedaggi ribassati” e il leghista Fugatti a ribattergli: «Lo Stato non si intrometta: A22 è già pubblica al 90% ma non sarà mai statale». L'altro è di politica dei trasporti. E mette di fronte il “sistema” infrastrutturale ai camionisti. Il primo, con al centro A22, accusa i secondi di palesi inadempienze rispetto alle ordinanze di divieto di sorpasso, limiti di velocità e attrezzature invernali, i camionisti (per bocca di Anita, guidata dal bolzanino Baumgartner patron Fercam) mettono nel mirino la “dannosa (per l'economia) politica dei blocchi austriaca” e l'evidenza che , parole di Apa, «se i camion ritardano i prezzi salgono». Ma tutti poi, ministro, presidenti delle due province, A22, automobilisti e trasportatori, se potessero marcerebbero a falangi riunite prima su Innsbruck e poi su Vienna. Tanto che, sul Brennero chiuso per tre giorni l'accusa di “iniziativa unilaterale” è la più gentile: le altre sono (quelle ufficiali) molto più dure e quelle ufficiose impronunciabili. La controprova, secondo i vertici di Autobrennero, che i divieti al confine tirolese sono inadeguati anche rispetto agli obiettivi “sovranisti” che si propongono risiede nella decisione austriaca di sospendere il blocco di fronte alle conseguenze che stava provocando. Conseguenze immaginabili se solo si fossero osservate le previsioni del tempo. Restano gli automobilisti. Che sarebbero parte lesa, schiacciati come sono stati dalla nevicata epocale (“ne è scesa in un giorno quella ne era scesa in due anni” per A22) , dalla valanga, dai motociclisti in Vespa e dai camionisti che mettevano le catene in seconda corsia. Ma anche loro hanno ricevuto accuse di superficialità: «Nonostante fossero chiari gli avvisi luminosi di blocco - hanno detto le autorità tirolesi - se ne andavano dritti verso l'inferno incuranti dei display...». Insomma, il caos, due giorni dopo, resta. Ed è trasversale.

IL RING POLITICO. Ha iniziato in mattinata il ministro Toninelli spostando nettamente il piano del confronto dalla ricerca delle cause ( “sono già partiti gli ispettori per capire come è potuto accadere”) a quello della polemica politica: «È vero che la partecipazione principale del concessionario è pubblica ma è una società di diritto privato che ha uno scopo chiaro: fare utili e staccare dividenti. Con la mia nuova concessione l'interesse pubblico significherà pedaggi meno cari e utili più bassi». Al ministro grillino ha risposto il leghista Maurizio Fugatti, presidente del Trentino, quasi con gli stessi toni del suo collega Kompatscher il giorno prima: «La totale partecipazione pubblica di A22 è nelle intese con questo e anche col precedente governo. Ma è importante che il ministro capisca il senso delle parole: pubblico non significa statale. Quindi niente ingerenze centraliste». E insiste Fugatti: «Da quando c'è Toninelli al lavoro, la strada per una A22 tutta pubblica sembra si sia interrotta...». Sul ruolo di frenatore del ministro è esplicito anche il Pd: «Pensi a portare avanti la concessione in house tutta pubblica invece di parlare di fantasia» lo accusa il consigliere provinciale Sandro Repetto.

Che ricorda come il pacchetto di maggioranza A22 sia storicamente composto dagli enti locali e che gli utili di gestione sono reinvestiti nella struttura e, secondo le intese già avviate, «serviranno a migliorare la viabilità dei territori. Solo Bolzano aspetta dai dividendi gli strumenti per le sue opere infrastrutturali attese da anni» conclude il consigliere Pd. A Toninelli risponde anche il presidente di A22 Luigi Olivieri: «Quanto un ministro parla di noi come una mangiatoia dovrebbe sapere che questa è una società pubblica, gestita dal pubblico, controllata dal pubblico e che il pubblico intende proseguire la gestione perché i territori vogliono essere protagonisti e non osservatori visto che dal '97 si è accantonato 700 milioni nel fondo ferrovia».

IIL RING DEI TRASPORTI. Anita, l'associazione nazionale delle imprese, e Apa rifiutano il ruolo di capro espiatorio. Piovuto loro addosso da più fronti. Ma soprattutto da quello A22, che li accusa di molta negligenza e di scarsissima attenzione rispetto alle ordinanze. «Che restano chiarissime - per il concessionario - visto che sono in evidenza da anni quelle di divieto di sorpasso e di dotazioni invernali a bordo». E invece la corsa verso il confine per arrivarci in anticipo sull'ora del blocco austriaco, ha fatto dimenticare il primo e, nonostante la neve, ignorare il secondo. Per Thomas Baumgartner di Anita «è tutta colpa degli austriaci che bloccano il traffico in modo unilaterale». Mentre per Apa il tema è che, per arrivare in tempo e aggirare i divieti al confine, si cerca di privilegiare la consegna delle merci e gli obblighi dei conducenti: «Se ci sono ritardi e se si fermano i camion, poi non lamentiamoci se i prezzi dei prodotti aumentano».

IL RING AUSTRIACO. Innsbruck e Vienna sono sotto accusa per il blocco dalle 22 di venerdì che ha scatenato il caos con la corsa al Brennero dei tir. La vicegovernatrice del Tirolo Ingrid Felipe respinge le accuse definendole “populiste e infondate”. Ma intanto, viste le conseguenze del divieto, lo stesso Land aveva tolto il blocco dopo le prime notizie del caos provocato. E la polizia tirolese ha rivelato un altro particolare: «Nonostante i display annunciassero la chiusura di lunghi tratti di autostrada , gli automobilisti hanno continuato a viaggiare verso sud». Elemento questo, messo in evidenza anche da A22: «Continui avvisi di neve, chiusure, deviazioni sulla statale non hanno scoraggiato le auto a salire verso il nord». Ma il Tirolo ha annunciato un incontro in tempi brevi con enti competenti e confinanti. Sperando nella primavera.

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