A22: sirene e lampeggianti per chi va contromano

Il direttore Costa: «Abbiamo dotato del nuovo sistema tutte le aree di servizio Nel giro di tre-quattro mesi sarà installato anche sulle corsie d’immissione»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Sembra impossibile entrare contromano in autostrada o su una superstrada, ma i dati dicono esattamente il contrario, ovvero che il rischio esiste eccome ed è più elevato sulle grandi arterie, perché le auto viaggiano a velocità elevata.

Quest’anno, solo sulle strade del Trentino, le vittime sono state sette. Ma gli incidenti in cui solo per un caso o per fortuna si sono evitati morti e feriti sono molti di più.

Le cause? Più d’una: un attimo di disattenzione, la scarsa conoscenza del territorio che crea incertezza, l'età avanzata, l'alcol.

Alla luce dei dati i vertici dell’Autobrennero hanno deciso di investire per cercare se non di evitare, almeno di ridurre al minimo il rischio.

«Dal Brennero a Modena - spiega l’ingegnere brissinese Carlo Costa, direttore generale dell’A22 - abbiamo installato nelle aree di servizio, che complessivamente sono 23, un sistema che rileva in tempo reale le immissioni in carreggiata contromano».

Ma come funziona?

«Ci sono dei rilevatori che fanno scattare sirene e lampeggianti di colore arancione. Se si possono ignorare i cartelli, è impossibile non vedere e non sentire questo speciale sistema di allarme. In tutte le aree di servizio ci sono inoltre delle telecamere, collegate con la sala operativa dell’A22, che segnalano al nostro personale le immissioni anomale».

Però capita che qualcuno l’inversione di marcia l’effettui anche nelle corsie di immissioni all’autostrada.

«Lo sappiamo e ci stiamo lavorando, dotando di sirene, lampeggianti, sistemi radar anche questi punti considerati critici. Nel giro di 3-4 mesi il lavoro dovrebbe essere completato».

Quanto costerà alla fine l’operazione sicurezza?

«Intorno agli 800 mila euro. Siamo particolarmente orgogliosi di ciò che abbiamo fatto. In Italia siamo i primi e direi anche in Europa».

Sono state le ultime vittime in Trentino a far decidere all’A22 di adottare delle contromisure?

«Non proprio. Ci stavamo lavorando da tempo. Con i nostri tecnici si è cercato di mettere a punto il sistema più efficace per bloccare in tempo l’automobilista contromano».

Il direttore generale dell’A22 non ne parla volentieri, ma l’idea che si dovesse fare qualcosa per evitare o ridurre questo tipo di incidenti arriva probabilmente da lontano nel tempo.

Forse da quella notte del 20 agosto del 2006 quando, all’alba, venne chiamato dalla centrale operativa per un incidente che si era verificato poco prima, nella galleria all’altezza di Campodazzo.

La vittima si chiamava Magdalena Schaumburger, 20 anni, austriaca: stava andando sul lago di Garda, dove avrebbe trascorso qualche giorno di vacanza assieme ai genitori e al fidanzato.

Ad ucciderla un peruviano trentenne che lavorava in Alto Adige: ubriaco aveva imboccato contromano l’autostrada .

La sua Opel corsa aveva centrato la fiancata sinistra della Toyota Corolla della famiglia austriaca in fase di sorpasso. Il corpo di Magdalena era stato scaraventato una quarantina di metri più indietro.

L’alcoltest aveva poi rilevato che nel sangue dell’automobilista c’era una quantità di alcol quattro volte superiore al consentito.

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