Accordo con Roma tra luci e ombre oggi la presentazione

Finanze, Kompatscher illustra i contenuti ai consiglieri La Provincia partecipa al risanamento con 994 milioni



BOLZANO. Il presidente provinciale Arno Kompatscher presenterà oggi in consiglio provinciale i contenuti dell’accordo finanziario firmato mercoledì a Roma con il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan. Il patto regola i rapporti in materia di finanza pubblica fino al 2023 tra lo Stato, la Regione, la Provincia di Bolzano e la Provincia di Trento. Kompatscher ha previsto un incontro con i capigruppo. I Verdi anticipano che chiederanno l’illustrazione in aula. Martedì il testo verrà discusso in giunta. Quando arriverà la ratifica ufficiale, il governo invierà la nota informativa a Vienna. In assenza di un testo reso pubblico, sono fioccate ieri numerose reazioni sulle linee principali dell’accordo presentate dai governatori Arno Kompatscher e Ugo Rossi al rientro da Roma. Numerosi i dubbi, sia sugli importi che sulla effettiva tenuta dell’accordo, sottoscritto da uno Stato che negli ultimi anni ha gravato le autonomie speciali di 3 miliardi di tagli non concordati, come certificato dai ricorsi delle due Province alla Corte costituzionale. Ci sono luci e ombre, nell’accordo. Le principali sono quelle riportate nella tabella a fianco, e che curiosamente anche il Pd trentino, in una nota, riassume senza eccessivo trionfalismo: «L’accordo delinea innanzitutto un perimetro certo e codificato ai rapporti finanziari tra Stato e Provincia, senza incursioni unilaterali dello Stato, seppur finalizzate a legittimi propositi di risanamento. Consente poi alle Province autonome di Trento e Bolzano di sfilarsi dall’obbligo di assorbimento delle misure previste dalla legge di stabilità, manovre ancora una volta tese, con logica accentratrice e verticale, a depotenziare le risorse a disposizione delle Regioni. Fornirà infine alla Provincia, grazie alla competenza sul credito d’imposta, una nuova leva fiscale». Le preoccupazioni riguardano invece «gli ulteriori margini d’intervento sulle riserve all’erario che il governo si è voluto garantire, seppur in situazioni straordinarie. Così come riteniamo siano ancora aperti alcuni spazi politici per ottenere ulteriori interventi di implementazione del patto di stabilità». Il patto, che comporterà una modifica dello Statuto di autonomia, prevede una cifra fissa annuale, calcolata sugli interessi dei debito, come contributo di Bolzano al risanamento dei deficit: a partire dal 2018 la Provincia verserà 476 milioni di euro. A questa cifra vanno aggiunti i 518 milioni dell’accordo di Milano, che portano il patto a 994 milioni. La Provincia respinge però questa sommatoria, replicando che il peso effettivo dell’Accordo di Milano è di poco superiore ai cento milioni. Fino al 2018, la Provincia continuerà a contribuire con gli attuali 800 milioni (escluso l’Accordo di Milano): la differenza con i 476 milioni concordati verrà restituita in rate di venti milioni all’anno. Dal 2023 le cifre verranno riviste in base al debito. Lo Stato si riserva la facoltà di alzare il contributo del 10% massimo per eccezionali esigenze di finanza pubblica e di un ulteriore 10% per manovre straordinarie di bilancio. Tra le altre novità, il patto di stabilità verrà allentato e nel bilancio verranno contabilizzate le accise sul riscaldamento.

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