Addio a Dalpiaz, musica e impegno 

Tra i fondatori di Radio Tandem. A Oltrisarco creò uno dei primi complessi. Per lunghi anni alla Rai con un programma umoristico-musicale Il grande impegno civile. Le battaglie per dare dignità al suo quartiere. Per decenni la sua cantina ha ospitato prove e concerti per gli amici


Paolo Crazy Carnevale


Bolzano. Una bella persona. Ma anche una persona disponibile. Un entusiasta. Raccontare Ennio Dalpiaz in poche righe non è semplice, soprattutto con la mente annebbiata dalla confusione frastornante che penso mi accomuni in questo momento a tutti coloro che lo hanno conosciuto, lo hanno apprezzato, gli hanno voluto bene. Ennio se n’è andato l’altra notte, vittima di un male incurabile del peggior tipo che aveva scoperto di avere, troppo tardi, pochissimi mesi fa. Per tutta la comunità musicale bolzanina Ennio sarà sempre quello con la chitarra a portata di mano, innamorato fin dalla metà degli anni sessanta della musica dei Beatles (ma anche di molti altri), sempre disponibile a fare una cantata in compagnia. Nato nel 1946, Ennio Dalpiaz con alcuni coetanei (Renzino Soppelsa, Lino Pastori e Max Sparer) aveva fondato a Oltrisarco, dove ha sempre abitato, il complesso dei 36-24-36, una delle tante formazioni beat di quel periodo. Negli anni settanta poi, insieme a Sergio Lazzerini e Karl Grandi, aveva lavorato a lungo per la stazione RAI regionale col programma umoristico-musicale Rododendro. Ma accanto a queste attività per così dire ricreative, Ennio Dalpiaz ha sempre affiancato l’impegno civile: con la moglie Maria Luisa e altri amici è stato un attivista del comitato di quartiere di Oltrisarco, combattendo e vincendo molte battaglie per il miglioramento della vita del quartiere, in un epoca come gli anni settanta in cui questo non era affatto scontato: dalla creazione del doposcuola alla realizzazione di un importante attraversamento pedonale a metà di via Claudia Augusta, fino alla sensibilizzazione per l’apertura del primo supermercato nel rione. E ancora, la fondazione di Radio Popolare, divenuta poi Radio Tandem, contribuendovi sia economicamente, che materialmente e artisticamente. Per non dire dell’occupazione dell’ex-Monopolio Tabacchi e dell’importante contestazione contro le gabbie etniche a fine anni settanta. Tutte cose in cui Ennio ha sempre messo una dose di entusiasmo incredibile e una di altrettanto incredibile umiltà. Negli anni ottanta con gli amici dei 36-24-36 e con quelli del Rododendro aveva messo su un nuovo gruppo, la Second Hand Revival Band, soprattutto per il piacere di stare a suonare insieme, ma anche per fare qualche uscita in pubblico. Ogni giovedì, per decenni, la sua cantina ha ospitato le prove del gruppo, ma è stata anche la sede di piccoli improvvisati concerti per un pubblico di amici. Ennio aveva la musica nel cuore, lo si capiva guardandolo suonare, o anche solo osservandolo, silenziosamente orgoglioso, come spettatore ai concerti del figlio Davide. Grazie per tutte le sensazioni positive che ci hai trasmesso Ennio, ci mancherai, poco ma sicuro. L’augurio, come ha detto uno dei nostri amici, è che dove sei adesso trovi subito qualcuno con cui farti una suonata. Ciao! Paolo Crazy Carnevale













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