Il lutto

Addio a Giuseppe Sacco, medico del Pronto soccorso: il ricordo dei colleghi

Aveva solo 61 anni ed era molto conosciuto ed apprezzato.Il personale del suo reparto e il primaio La Guardia hanno voluto testimoniare l'importanza del suo ruolo



BOLZANO. Grave lutto all'ospedale di Bolzano: nei giorni scorsi si è spento Giuseppe Sacco, 61 anni, medico al Pronto soccorso del San Maurizio. Conosciuto ed apprezzato, come ricorda, in una lettera che pubblichiamo integralmente, il suo reparto.

Parole di stima ed affetto quelle del primario Mario La Guardia. Ecco il testo.

«Purtroppo, qualche giorno fa, il dottor Giuseppe Sacco, vice-primario e responsabile del reparto di Astanteria del Pronto Soccorso del San Maurizio, ci ha prematuramente lasciato. La notizia non è giunta inaspettata - scrive La Guardia - perché da tempo Sacco lottava contro un male incurabile, ma ci ha trovato comunque impreparati. Medico esperto, empatico, sempre pronto ad aiutare pazienti e colleghi con i consigli dettati dalla preparazione e dall’esperienza.

Era arrivato al San Maurizio nel 1988, dopo la laurea in Medicina e la specializzazione in Medicina Interna, dal 1989 era in organico al Pronto Soccorso e diventandone importante punto di riferimento, oltre che per le problematiche internistiche, anche per la tossicologia, altra sua grande passione, era anche referente provinciale. Ricordo - continua il primario - lunghi turni di guardia, di giorno, di notte, nei fine settimana sempre affrontati con entusiasmo, dai quali usciva sfinito ma sempre con la consapevolezza e la passione di chi vive la professione come una missione. E, data la caratteristica di questa professione, posso dire che realmente di vite ne ha salvate tante! Tutti ricordiamo l’incessante “pellegrinaggio” dei “suoi pazienti” in cerca di consigli e di cure.

Con lui abbiamo condiviso anche gli eventi famigliari. Mai la famiglia è stata messa in secondo piano; nei momenti liberi spesso ci raccontava della crescita e dei progressi dei figli e dei suoi viaggi. Era un uomo “curioso” amava l’arte, i libri, era appassionato di gastronomia e di enologia. I viaggi e le cene in sua compagnia erano sempre momenti di apprendimento e di crescita, così come di vero e puro divertimento. All’interno del reparto in particolare, ma più in generale all’interno dell’ospedale, ha lasciato un grande vuoto, ma siamo tutti consci del privilegio avuto nell’averlo come collega e come amico».













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