Addio a Josef Buratti, il signore del commercio

Si è spento a 97 anni, fino a 15 giorni fa lavorava nel suo negozio in centro


di Alan Conti


BOLZANO. Si è spento ieri mattina Josef Buratti, 97 anni (quasi 98) fondatore dello storico marchio bolzanino. Un uomo capace di creare una realtà commerciale solidissima fondata sulla lavorazione del cuoio e una grande passione. Solo pochi mesi fa lo si poteva incontrare ancora in negozio, in via Grappoli. Ha inziato a lavorare presto Josef. A 13 anni era già garzone dalla zia materna che in piazza Domenicani gestiva il negozio di cuoio e pellami “Andreolli”. Un modo per imparare l'arte e farne tesoro nonostante il desiderio di studiare. I soldi, però, non erano tanti e il lavoro faticoso. Una volta alla settimana doveva andare alla stazione a prendere i chiodi che arrivavano dalla Valle di Ledro. Ancora non c’erano le suole in gomma, quindi le scarpe erano piene di chiodi per evitare di scivolare. Forse nacque allora la passione per le scarpe. Dopo gli anni di apprendistato, fonda con il fratello Rudy la ditta Buratti: è il 1945. La sede è nell'edificio di via Grappoli dove si trova ancora adesso: un'altra testimonianza della sua lungimiranza. E del “fiuto” nell'azzeccare le scelte.

Oltre ad una fortuna commerciale è stato capace di creare uno stile nell'imprenditoria di quegli anni. Educazione, un sorriso e quattro chiacchiere per tutti.

«Ricorderò sempre - una delle tante testimonianze dei clienti storici - quando con grande gentilezza ci mostrò l’antico registratore di cassa in bronzo e argento datato Vienna 1851 sul suo bancone».

La passione. Fino a 15 giorni fa la sveglia di Buratti suonava puntuale alle 7 per andare in negozio. «Solo negli ultimi giorni di grande freddo è rimasto a casa – spiega il figlio Roland al fianco del padre nell'azienda dal 1970 – ma non ha mai smesso di seguire con passione questa attività. Magari qualche volta si sedeva in ufficio perché stare sempre in piedi era troppo faticoso, tuttavia era sempre presente. Ieri ci ha lasciato all'improvviso».

Nel maggio 2015 aveva avuto un malore che, fortunatamente, si era risolto con un po’ di riposo. Uno spavento per tutti che non lo fermò dal tornare in negozio il prima possibile.

Lunga anche la storia d’amore con la moglie Rita sposata nel 1946. L’anno scorso avevano festeggiato, non senza commozione, i 70 anni di matrimonio: nozze di ferro. Insieme hanno trasmesso la passione per il lavoro al figlio e poi al nipote Simone che si è già preso grandi responsabilità nella gestione dell'impero familiare.

«Il mondo commerciale è cambiato moltissimo in questi anni – continua Roland – ma la nostra natura più profonda è sempre stata quella di essere una bottega. È una concezione che abbiamo appreso da lui e che è stato capace di trasmettere anche a tutti i dipendenti. Siamo da sempre anche una famiglia. In questi anni ci ha insegnato a lavorare con passione amando il nostro mestiere. Aveva i suoi motti e uno dei preferiti era “il lavoro non delude mai”. Lo porteremo con noi e continueremo a farne tesoro». I funerali dovrebbero tenersi nella giornata di martedì in Duomo a Bolzano. Da fissare ancora l’orario.

Josef era nato nel 1919 a Bolzano: il padre Franz era di Cortaccia mentre la madre Anna era nata in Pennsylvania, Stati Uniti, figlia di un emigrato della valle di Non e di una irlandese.

L’innovazione. Già le origini ne facevano un uomo particolarmente aperto ed innovativo. Nel 2006 ottenne un importante premio indetto dalla Provincia per la sua capacità di conciliare impresa e famiglia. I due valori più cari uniti in un unico riconoscimento. Nel 2010, invece, il Consolato dei Maestri del Lavoro di Bolzano gli ha conferito il Diploma di Alta Benemerenza del lavoro. «Abbiamo riconosciuto i suoi meriti di perizia, laboriosità e imprenditorialità che ne fanno un profondo orgoglio per tutta la città».

I riconoscimenti. Nel 2012, infine, il sindaco Luigi Spagnolli lo ha premiato come il commerciante più longevo della città. Sono stati molti i passaggi decisivi nel rendere il marchio Buratti un simbolo di Bolzano. Nel 1975, per esempio, l’azienda ha costruito in via Galilei nuovi capannoni per lo sviluppo di settori merceologici specializzati. Un ampliamento che è servito per affacciarsi anche su altri mercati. Alla fine degli anni '90, inoltre, Buratti è arrivato anche in via Giotto. Sempre con passi ponderati, senza manie di grandezza ma con la voglia di affrontare nuove sfide come quando portò per la prima volta in città le suole Vibram per gli scarponi da montagna.

«Non ho segreti particolari - diceva a chi gli chiedeva quale fosse il segreto del successo - ma si deve lavorare molto con amore, con qualche sacrificio e soprattutto con costanza per costruire nel rispetto anche degli altri, giorno per giorno, la propria esistenza senza mai perdere di vista i propri principi».













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