Addio a Tiralongo, cronista vero

Per trent’anni raccontò sul nostro giornale la vita dell’alta Val d’Isarco



VIPITENO. La figura classica del cronista, anche quello “locale”, è la figura di chi si occupa sul campo dei fatti dei quali deve riferire. Insomma una sorta di mastino, o meglio, come si dice, un “segugio”, che non si accontenta delle veline, oggi anche delle e-mail, di qualche sindaco o di qualche segretario di partito che in realtà è preoccupato più di occultare che di comunicare, ma li bracca nel crogiuolo degli eventi.

Certo, questo metodo presenta il rischio del coinvolgimento in prima persona, ma in compenso offre quasi sempre al lettore un affaccio sulla verità, che poi è l’obiettivo principale del cronista. In Val d’Isarco, soprattutto nella sua parte più alta, un esempio di questa figura del cronista locale, che forse oggi s’è un po’ persa, fu Pino Tiralongo. Funzionario doganale di rango, fece del giornalismo la sua passione, regalando tra gli anni Settanta e Novanta una messe di cronache precise e rivelatrici ai lettori del quotidiano Alto Adige. Era difficile, insomma, immaginarsi l’informazione tra Vipiteno e il Brennero senza la quotidiana presenza dei suoi articoli.

Fu uno degli ideatori dello Svad, il Servizio antifrode doganale, e anche per questo, chiamato ad alti incarichi internazionali, aveva lasciato l’Alto Adige per trasferirsi dapprima a Bruxelles e poi a Roma. Dopo il pensionamento era ritornato nella sua terra d’origine, la Sicilia. Venerdì Pino Tiralongo è morto a Siracusa, all’età di 64 anni stroncato in poche settimane da un male inesorabile. Sarà sepolto domani nella sua amata Palermo. In questo momento così doloroso, chi lo ebbe come indimenticabile compagno di tante battaglie giornalistiche e caro amico, si stringe commosso, assieme all’intera redazione dell’Alto Adige, attorno alla sua famiglia e in particolare alle figlie Monia e Serena.(gvs)

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