Addio al pompiere eroe In mille ai funerali

Al corteo funebre, 500 vigili del fuoco volontari da tutto l’Alto Adige


di Susanna Petrone


BOLZANO. Sono arrivati da ogni angolo della provincia, da ogni caserma, da ogni piccolo paese. Sono arrivati per rendere omaggio ad un loro “fratello”, uno che come loro indossava la divisa dei vigili del fuoco, uno che ha perso la vita facendo il suo dovere. Oltre un migliaio di persone - tra cui almeno cinquecento pompieri volontari - hanno preso parte ai funerali di Alexander Mayr, il comandante del corpo di Campodazzo, travolto e ucciso da una frana domenica sera sulla statale del Brennero. Aveva solo 38 anni.

Sin dalle prime ore del mattino, tanta gente si mette in coda davanti alla camera ardente (allestita all’interno della caserma di Campodazzo) per dire addio ad Alex. Ci sono i paesani, gli amici di sempre, e poi tanti, tantissimi pompieri. Il picchetto d’onore intorno alla bara è composto dai “suoi” uomini, gli stessi che erano con Alexander la sera della tragedia. Vogliono stargli accanto fino all’ultimo. C’è chi dice una preghiera, chi accarezza la bara, chi si asciuga le lacrime.

Alle 14.30 il feretro viene preso in spalla dai pompieri di Campodazzo. In testa al corteo funebre ci sono loro, i cinquecento vigili del fuoco dell’Alto Adige, tutti in divisa, tutti con una fascia nera in segno di lutto. Dietro la bara, cammina lenta la moglie di Alex, Patrizia. Tiene per mano i due figli più grandi: Anna di 6 anni, e Lukas di 3. Il più piccolo, Tobias, che ha appena 15 mesi, è nel passeggino spinto dallo zio. Ci sono i due fratelli, la sorella, l’anziano padre. Ci sono gli zii, i cugini, gli amici di sempre. C’è tutto il paese. «Alex - dice un compagno di Mayr - è morto da eroe. Un eroe del nostro tempo, e della nostra terra. Chi fa parte del corpo dei volontari, fa parte di una grande famiglia, una famiglia coraggiosa che non molla mai».

Il feretro non viene portato direttamente in chiesa. La famiglia vuole che la bara si fermi per qualche minuto davanti alla casa di Alex. L’aveva tanto voluta, e con tanti sacrifici era riuscito a comprarla pochi mesi fa. Voleva un posto dove far crescere i suoi tre figli. Poi, alle 15 la bara ha raggiunto la piccola chiesa parrocchiale. Ed è calato il silenzio.

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