«Addio caro Mirsian, amico dolce e generoso»

In centinaia ai funerali del giovane morto in moto contro una betoniera Gara di solidarietà per la sorellina rimasta sola: «La vogliamo aiutare»



BOLZANO. Si sono ritrovati in centinaia per salutare Mirsian Nergjoni, il ragazzo di 22 anni che lunedì scorso ha perso la vita in un tragico incidente stradale avvenuto a ponte Resia. Il giovane, in sella ad una moto, si è scontrato contro una betoniera che, in quel momento, scendendo dal ponte, curvava verso sinistra per imboccare via Lungo Isarco. Nell’incidente è rimasta ferita anche Annalena Desaler. La ragazza, anch’essa ventiduenne, si trova ricoverata all’ospedale San Maurizio: le sue condizioni sono stabili.

Il cimitero ieri mattina era pieno. Sono state infatti tantissime le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Mirsian. Tanti, ovviamente, i ragazzi e le ragazze giovanissimi che si sono stretti intorno alla sorellina del ragazzo che, da quando aveva perso la madre circa un anno fa, si era dato molto da fare per prendersi cura di lei. Il funerale di Mirsian si è tenuto all’aperto, sul prato all’interno del cimitero e il rito seguito è stato quello islamico, perché il giovane, di origine albanese, era musulmano. E proprio questo motivo ha causato una discussione al momento della tumulazione tra l’imam e gli operai del cimitero, in quanto la posizione della salma deve seguire delle regole ben precise di orientamento del defunto. «Si è trattata di una situazione spiacevole - sottolinea la direttrice Tiziana Marcolin - dovuta al fatto che l’impresa che ha organizzato il funerale non ci ha dato alcuna informazione e per questo le decisioni circa la tumulazione le abbiamo dovute prendere lì, davanti a tutti».

Lo stesso vale per le dimensioni della buca nella quale è stato adagiato il feretro che, inizialmente troppo piccola, ha richiesto diversi minuti per essere allargata: uno degli operai è dovuto intervenire con un escavatore.

Gli amici hanno ricordato Mirsian: «Era sempre disponibile, non beveva, era un’impresa anche chiedergli di venire in discoteca la sera con noi. Ma in fondo è normale perché, essendo uno sportivo, stava davvero attento al suo stile di vita: non cadeva mai in eccessi» racconta uno dei suoi migliori amici. «Era generoso - sottolinea un altro - al punto che tanti dei gesti che ha compiuto nei confronti degli altri poi non sono stati contraccambiati, ma per lui questo non era certo un problema».

Al funerale non sono mancati neanche i colleghi di Mirsjan, tutti presenti e ben distinguibili nelle loro tute blu della ditta di consegne SDA: «Da circa un anno e mezzo lavorava come corriere espresso - ricorda un amico - e per questo la notizia della sua morte mi ha lasciato senza parole: era sempre molto attento quando si trovava sulla strada, sapeva che con la patente ci doveva lavorare e non aveva assolutamente intenzione di rishiare di perderla per un’infrazione. Sapeva che quel posto doveva tenerselo stretto, perché con quei soldi poteva contribuire al mantenimento della sorellina».

Sorella che ora si ritrova senza Mirsian, ma che però può contare sull’aiuto che le verrà dato dai suoi amici: «A riprova che stiamo parlando di un ragazzo d’oro - sottolineano - non abbiamo fatto fatica a trovare persone disposte ad accettare la nostra idea di aprire un conto corrente intestato ad una cugina con il quale dare una mano alla sua famiglia e, soprattutto, a sua sorella».

E la raccolta fondi è già partita. In via Resia, infatti, c’è un bar-gelateria, il Golosone. Da anni Mirsjan si ritrovava lì con i suoi amici e trascorreva gran parte del suo tempo libero a giocare a carte. Ora sul bancone del bar il gestore, anch’egli suo grande amico, ha messo una cassettina rossa. Sulla scatola c’è una scritta “una piccola offerta per Mirsian”, una foto del ragazzo e sotto è appeso il necrologio: «Abbiamo messo questa cassettina per raccogliere più fondi possibile - raccontano al bar - ci è sembrata una buona idea per poter dare un aiuto concreto alla sua famiglia, che ora ne ha proprio bisogno. In fondo per Mirsian faremmo qualsiasi cosa». (fs)













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