Aeroporto, «Bolzano ha poco appeal»

Parla Fausto Palombelli, esperto del settore: «Voli e posti sono pochi, difficile trovare un vettore con certe caratteristiche»


di Alan Conti


BOLZANO. Tranquillità e certezze sono state distribuite a profusione da Provincia e vertici dell’aeroporto in questi giorni. L’annunciato distacco dal 18 giugno di Darwin Airlines non ha smosso gli animi a Palazzo Widmann e a San Giacomo: grandi sicurezza da parte di tutti su una sostituzione del vettore a stretto giro di posta. Lo stato dell’arte, però, vede un bando in arrivo a febbraio e nessun vero contatto ufficiale con compagnie interessate. Spifferi, evidentemente, sono arrivati ma le granitiche positività della giunta non trovano particolare riscontro tra gli esperti nazionali.

Fausto Palombelli è il direttore del servizio traffico degli aeroporti di Roma dopo aver collaborato con Alitalia e gestito come amministratore lo scalo di Torino Caselle. Sotto la sua responsabilità passano le rotte che avvolgono il mondo: quattro rotazioni Bolzano–Roma, per lui, sono una goccia nel deserto. Di certo il suo scetticismo è quello di un esperto nazionale.

«Nulla contro lo scalo altoatesino, ma il quadro che si andrà a comporre per il bando non è esattamente di quelli più appetiti sul mercato».

Per quale motivo la possibilità di mettere il piede nelle Dolomiti non dovrebbe attrarre un vettore?

«È una questione di numeri di trasporto più che di geografia. I vostri dati di traffico presuppongono l’utilizzo di aerei con una capacità massima di 70 posti. Impossibile pensare di fare un vero business con modelli da 180. Questo, chiaramente, restringe il campo a quelle compagnie che possono contare su una flotta di questo tipo e tutto ciò si riflette sui prezzi».

Impensabile sognare una soluzione low cost.

«Purtroppo credo di sì. Da un punto di vista di gestione di una tratta con questi numeri non è pensabile attirare chi punta per filosofia ad abbassare i costi su rotte prefissate. È molto più realistico ipotizzare vettori che abbiano interesse ad agganciare Bolzano con Roma per moltiplicare le destinazioni. Un po’ quello che si pensava volesse fare Etihad Regional con il subentro a Darwin Airlines. Solo che, ad essere sinceri, è davvero difficile».

Qualcuna interessata ci sarà per giustificare l’ottimismo.

«Sì, ma si tratta di una tipologia di mercato che non paga più. Quelle compagnie che ne erano specializzate o sono fallite o si stanno riposizionando. C’è, infine, un altro aspetto che allontana le soluzioni low cost».

Quale?

«Il vostro aeroporto necessita di specifici corsi da fare ai piloti che devono atterrare o decollare. Lezioni che alle compagnie costano. Sembra un dettaglio ma per società come Ryanair o Easyjet, che curano ogni singola spesa al centesimo, avere una rotta che può essere praticata solo da alcuni piloti scelti è già in partenza un aspetto negativo. Mi auguro, ovviamente, che Bolzano possa trovare una soluzione felice che la faccia crescere, ma basandosi solo sulle indicazioni generali di mercato onestamente sarà dura».

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