Agenzia entrate, personale dimezzato 

Lo sciopero del 2 aprile. In Alto Adige dovrebbero essere in servizio 393 persone, ce ne sono soltanto 190. E quota 100 ne eliminerà altre 50 Il 2 aprile mobilitazione nazionale. In provincia problemi anche per via del bilinguismo. I parlamentari Svp al lavoro a Roma per risolvere


Davide Pasquali


Bolzano. Agenzia delle Entrate, ci manca la metà del personale. I dirigenti dovrebbero essere 7, sono 2, ergo ne mancano 6. Tradotto, i posti coperti risultano essere soltanto il 28,57% del totale, contro il 71,43% dei posti che risultano invece scoperti. La cosiddetta terza area dovrebbe contare su 214 assunti, ma i posti effettivamente coperti sono soltanto 95, ossia mancano 119 dipendenti. Tradotto, in servizio c’è il 44,39% dei dipendenti necessari, mentre il 55,61% non c’è. Per quanto riguarda invece la seconda area, dovrebbero esserci in servizio 154 dipendenti, ma negli uffici se ne trovano soltanto 92, ossia ne mancano 62. Tradotto, c’è il 59,74% del personale, ne manca il 40,26%. Nella prima area, infine, l’organico previsto è di 18 persone, in servizio ce n’è soltanto una, ossia ne mancano 17. In servizio il 5,56% del personale, vacante il 94,44%. Stiamo dando i numeri, ma è l’unica per comprendere appieno la drammatica situazione dell’agenzia delle entrate altoatesina. In totale, su 393 persone in pianta organica, ce ne sono in servizio soltanto 190, ossia ne mancano 203. E la pensione a quota 100 rischia di portarsene via un’altra cinquantina circa.

Per i dirigenti è in svolgimento un concorso, ma solo per 3 posizioni. Per la terza area è in svolgimento un concorso per 15 funzionari (12 posizioni in lingua tedesca, 2 per il gruppo linguistico italiano, 1 per il gruppo linguistico tedesco), si terrà a metà maggio soltanto per Bolzano e Aosta. Per seconda e terza area, niente concorsi previsti.

Per questo, ma non solo, ieri si è tenuta una affollata assemblea sindacale (Cgil, Cisl, Uil e Flp), anche in previsione dello sciopero nazionale che si terrà il 2 aprile. Perché la situazione, a livello italiano, è pesante, anche se in Alto Adige lo è ancora di più.

Non si tratta di una questione interna all’Agenzia delle Entrate. È una questione sommamente pubblica, soprattutto in Alto Adige, dove il 90% delle imposte rimane in provincia. Dovrebbe esserci tutto l’interesse a far funzionare a tutto regime la macchina dell’agenzia delle entrate. Poi ci sono i contribuenti. File chilometriche. Ieri, a causa della (sacrosanta) assemblea sindacale, quasi due ore di tilt. I dipendenti sono pochi e non è solo questione di darsi una mossa, di essere veloci o più veloci. Se anche il dipendente è rapido, non è affatto detto che sia efficiente. Nel senso: le norme sono ingarbugliate, i regolamenti ancora di più, le direttive sono poche, le circolari latitano. I dipendenti avrebbero necessità di tempo per studiare, per prepararsi, perché la materia muta di continuo. Bisogna essere preparati, aggiornatissimi. Altrimenti si rischia. Colpendo magari inconsapevolmente i contribuenti, che poi sono quelli che pagano.

Notevolissime, come spiega Giuseppe Vetrone (Flp), le difficoltà in Alto Adige. Dove, anche si facessero i concorsi, si presenterebbero in pochi. Con una laurea e un patentino A, non è si attratti dall’Agenzia, con uno stipendio da 1500 euro al mese. Al massimo ci si resta un anno, due, poi si diventa commercialisti e ci si mette in proprio.

I parlamenteri Svp Durnwalder e Plangger, precisa Agnes Haller (Cisl), da settimane stanno trattando con il direttore generale dell’Agenzia a Roma: più concorsi, bandi di mobilità intercompartimentale da Provincia e Comuni, servizio Audit che dovrebbe tornare a Bolzano, riapertura delle sedi periferiche.













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