Al Centro Antiviolenza 107 donne aiutate nel 2016

Il 64% si è rivolto alla struttura per la prima volta, molte sono giunte con i figli Sono stati denunciati abusi a livello fisico, psicologico, sessuale, economico


di Fabio De Villa


BRESSANONE. Sono state 107 le donne che si sono rivolte nel 2016 al Centro Antiviolenza, in aumento di circa il 10% rispetto all’anno precedente. Il dato è emerso alla presentazione del bilancio sociale della Comunità Comprensoriale Valle d’Isarco: il 64% delle donne si è rivolto al Centro per la prima volta. La maggior parte di loro hanno poi usufruito di più colloqui.

Il Centro si augura ora che, grazie al costante lavoro di sensibilizzazione, la tematica della violenza domestica possa emergere senza i tabù del passato. L’obiettivo è infatti abbassare la soglia di inibizione che impedisce alle donne vittime di violenza di rivolgersi ad un Centro antiviolenza.

Nei dati relativi al 2016, sono inserite anche le prestazioni erogate in collaborazione con altri servizi. Si distinguono quattro forme di violenza: violenza psicologica, violenza fisica, violenza sessuale e violenza economica. Vi si aggiunge lo stalking, che, dal 2013, viene contrastato con leggi più severe. Secondo quanto riferito, la maggior parte delle donne che ha chiesto assistenza e/o aiuto è stata esposta a una combinazione di più forme di violenza: 31 donne avevano subito violenza psicologica, 27 violenza psicologica e fisica, 9 donne violenza psicologica e economica, 14 donne violenza psicologica, fisica ed economica, 13 donne violenza psicologica, fisica, sessuale ed economica.

Negli anni sono aumentate le situazioni in cui entrambi i partner sono stranieri, mentre sono diminuite quelle in cui entrambi sono cittadini italiani.

Tramite il Centro Antiviolenza o attraverso la mediazione di un’altra Casa della provincia, molte donne giungono con i propri figli alla Casa delle donne di Bressanone. In alcuni casi si è resa necessaria nella struttura una permanenza di oltre sei mesi, a causa delle difficoltà nel trovare lavoro (dovute per lo più alla non conoscenza del tedesco) e della mancanza di riferimenti nella ricerca di un alloggio. Le donne rimaste nella struttura solo qualche giorno sono per lo più ritornate a vivere con il partner. Altre sono riuscite a ricominciare senza partner, in un appartamento proprio.

La struttura di Bressanone che protegge le donne in difficoltà dispone di 8 mini appartamenti e nel 2016 vi sono state accolte in totale 30 donne con 32 bambini (nel 2015 erano state 24 con 34 bambini, nel 2014 25 con 32 bambini).

Tra le nuove accoglienze, 12 sono state programmate, 18 sono state effettuate in situazioni di emergenza. Nel 2016, 28 donne hanno lasciato la struttura, 8 sono ritornate dai loro partner, ritorni spesso legati peraltro a scarse possibilità di lavoro e alloggio e all’isolamento sociale, soprattutto per le donne con background migratorio. La maggior parte delle donne accolte lo scorso anno aveva meno di 40 anni.

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