Al Cubo Garutti i diari dei bolzanini diventeranno arte

L'iniziativa vuole coinvolgere gli abitanti di Don Bosco, rendendoli parte attiva dell'opera di via Sassari


Marco Rizza


BOLZANO. Nuovo progetto al Cubo Garutti: nello spazio espositivo realizzato nel 2003 dall'artista Alberto Garutti per il quartiere don Bosco sarà possibile visitare l'installazione della giovane artista bolognese Marina Fulgeri: «Voci al Cubo». L'iniziativa vuole coinvolgere gli abitanti del quartiere, rendendoli parte attiva dell'opera di via Sassari. Da qui l'idea di trasformare le pareti del Cubo in una sorta di «diario collettivo», uno spazio bianco di libertà, dove gli abitanti avranno modo di lasciare le proprie impressioni, opinioni, pensieri. Per tre mesi le pareti assorbiranno la voce e i singoli contributi di ogni cittadino che entreranno a far parte di una opera d'arte collettiva e pubblica. Il progetto prevede poi una seconda fase: dall'11 gennaio al 13 febbraio il frutto del lavoro collettivo degli abitanti del quartiere sarà esposto al Museion.
Marina Fulgeri, il suo progetto mette in discussione il concetto di «opera d'arte». Perché un «diario collettivo» realizzato dagli abitanti del rione è anche una «opera d'arte»?
Sì, è vero, il concetto di opera d'arte è messo in discussione e da più punti di vista. Gli abitanti sono chiamati a intervenire con manifestazioni spontanee sulle pareti del cubo che verranno poi in un secondo momento esposte all'interno del Museo cittadino: quindi non più fruitori ma autori di una parte stessa dell'opera che li porterà poi in un secondo momento a visitare il museo, per vedere esposto e intoccabile ciò che prima era toccabile e modificabile. È un ragionamento sull'arte, sul suo essere intoccabile dentro le sale museali, che convive invece col suo essere toccabile nel momento in cui viene esposta nel suolo pubblico. Una sorta di riconciliazione tra Arte pubblica e Arte museale. Queste due pareti diventano così una sorta di «reperto contemporaneo», l'espressione di un quartiere, un ritratto collettivo che diventerà intoccabile una volta rientrato nel circuito dell'arte.
Se questo è il progetto, qual è il ruolo dell'artista?
Ognuno sarà protagonista alla pari dell'artista alla creazione delle due facciate, e il ruolo dell'artista è proprio quello di scegliere di condividere un momento della vita della propria opera con altri, senza gerarchie o ruoli, semplicemente insieme, liberi di dire e fare qualsiasi cosa. Se non è l'arte espressione diretta del proprio tempo, senza chiusure o divieti, allora cosa lo è? Inoltre il controllo da parte dell'artista viene meno per tutto il tempo che le pareti rimarranno nel rione... Non vedo l'ora di vedere a fine 2010 la forma che l'opera avrà assunto! Il ruolo che mi sono data è semplicemente quello di raccogliere le voci del quartiere e riunirle sulle pareti del cubo del quartiere Don Bosco per renderle indelebili.
Tecnicamente che forma avranno i contributi dei residenti?
Ognuno può avvicinarsi al cubo e una volta individuate le due pareti scriverle direttamente con una biro, un pennarello o semplicemente con le chiavi della porta di casa può incidere una parola, una frase, un segno, o un disegno direttamente sulla superficie che è di legno dipinto.
Pensa che il Cubo riesca ad assolvere alla sua funzione originaria, ossia portare l'arte contemporanea in un rione popolare?
Sì e anche di più: assolve sia la funzione di portare l'arte contemporanea all'interno del rione sia quella di portare il rione all'interno dell'arte contemporanea.

LA SCHEDA
Si inaugura oggi alle 17.30

Il progetto al Cubo di via Sassari sarà inaugurato oggi alle 17.30 alla presenza dell'artista e resterà «fruibile» fino al 10 gennaio. Marina Fulgeri è nata a Bologna nel 1978, dove vive e lavora. Opera da sempre nello spazio pubblico concentrandosi sul tema della percezione degli elementi che abitano il nostro quotidiano con una sottile ironia. Tra le sue mostre più recenti: Marina Fulgeri, 2009, Museo Casa dell'Ariosto, Ferrara; No limits, 2004, Galleria Continua, San Gimignano; Dromocroma, Galleria Autoricambi, 2003, Roma. Fra gli interventi di arte pubblica si ricordano: Light perception, 2006, Bologna; La vie en rose, Forlì; Coming and going, 2008, Brescia.

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