Al Museo dei presepi il bambinello ha quasi 300 anni

Nell’allestimento all’Abbazia di Muri-Gries opere dal ’700 ai giorni nostri, con molte sorprese dall’Oriente


di Gabriel Marciano


BOLZANO. È aperto al pubblico nel periodo natalizio il museo dei presepi dell'Abbazia di Muri-Gries, con opere provenienti da epoche diverse, dal Barocco agli anni duemila. Il museo dei presepi dell'Abbazia di Muri-Gries è stato ricavato nel suggestivo ambiente ricavato dalla torre di guardia, luogo di silenzio e riflessione che in epoca Romanica faceva parte di un castello fortificato. La mostra viene organizzata dal 1996, ma le prime piccole sale espositive, volute dall'Abbate Dominikus Löpfe, si sono avute già negli anni '80. L'esposizione oggi consiste circa in sessanta presepi, ognuno con le proprie peculiarità, tutti inseriti nel contesto religioso. «Il nostro obiettivo – spiega Margarete Andergassen, referente del museo - non è soltanto quello di avere opere con elevate caratteristiche artistiche. Vogliamo esporre presepi che abbiano un evidente riferimento religioso e spirituale». In effetti nei presepi sono raffigurate scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento inserite in un'ambientazione particolare, che crea un'atmosfera di interesse per i visitatori. L'ordine dei presepi all'interno del museo segue sia l'anno di produzione delle opere, sia il loro orientamento stilistico. Al piano terra si trovano quelli più antichi.

Particolare è il “Presepio Lofferer”, risalente al 1750. Secondo i libri contabili, fu acquisito per 3.000 lire da Padre Heinrich Hilarius Imfeld, per l'Abbazia di Gries, nel 1924. Allo stesso piano si trova un'altra opera risalente al periodo Barocco, la più datata del museo, del 1740: il presepe dei fratelli Probst che rappresenta la processione dei Re Magi e il castello di Re Erode. Al secondo e al terzo piano si trovano presepi principalmente tirolesi. Al secondo piano è anche possibile ammirare un presepio di origine orientale. Salendo al terzo piano si può osservare «Fuga in Egitto», opera restaurata da Claudio Mattei nel 2000 che in seguito agli sgomberi durante la seconda guerra mondiale aveva perso gran parte dei suoi pezzi, mantenendo però figure barocche ben conservate e di alta qualità come i pastori locali e i Re Magi, avvolti nei loro sfarzosi abiti orientali dorati. Sempre al terzo piano della mostra si trova "Natale in montagna", una descrizione della vita tirolese.

Infine da quest'anno è stata aggiunta l'esposizione del quarto piano, arricchita da opere risalenti agli ultimi vent'anni. Una di queste è un caratteristico presepio in ceramica, chiamato appunto "Keramikkrippe". L'opera di Josef Rainer è divisa in diversi livelli, con un'immagine del diavolo posta sotto il livello del terreno, mentre sopra ci sono cristiani e musulmani separati dalla culla di Gesù bambino. la mostra è aperta tutti i sabati e domeniche.

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